giovani tromboni
In the age of Umbilicus
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Soffitta:
giovani tromboni

è un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino, rimanendone conquistato. Io un po' mi ci riconosco (mi dà il destro per sentenziare), ciascuno poi ci si specchi quanto crede. Grazie a Google, ho poi scoperto che la definizione appariva già in una lettera di Mario Luzi a Giorgio Caproni. Correva l'anno 1959.

27.4.03

Sforzi inani
Letta qualche giorno fa su un muro: Più rispetto per i nani!
A parte la facile ironia che si può fare sull'aspetto filogovernativo della scritta (ma giuro che è stata la prima cosa a venirmi in mente, senza eccessiva malizia), ci ho riflettuto sopra per un po'. Mi sono reso conto di come tra tutti gli handicap - sempre che lo si voglia considerare tale - questo legato all'altezza sia rimasto sostanzialmente intoccato dal fenomeno del politicamente corretto, nel linguaggio quotidiano come nell'ipocrisia di facciata della burocrazia.

Dopo i non vedenti e i non udenti - definizioni per negazione sottilmente discriminanti, tanto da far rivendicare a molti con orgoglio lo status in positivo di sordi - si è arrivati come noto a politicorreggere ciò che riguarda meramente il colorito, o addirittura il nome di mestieri, bollandoli così ufficialmente come umilianti. I nani no, sono restati tali, spesso in compagnia delle ballerine, che però possono far carriera. Nella patria del politically correct ci fu un tentativo di aggiustamento con "vertically challenged", ma ebbe scarsa fortuna.

Fabrizio De Andrè, complice Edgar Lee Masters, ci mise il carico da novanta, dando un rilievo psicologico alla vicinanza di alcuni organi. Non poteva prevedere che oggi l'interpretazione sarebbe stata tanto influenzata dall'attualità, da poter considerare quel testo una cartina di tornasole dello schieramento politico del lettore: voi ci vedete un giudice vendicativo oppure un piccoletto smisuratamente ambizioso?

Sentenziato da Vic | 20:58
25.4.03

Facce ride
Perché la prima volta che ho letto Brontolo ho riso, la seconda disteso le labbra in un ghigno sardonico, la terza e le successive ho cominciato a stare in pena per lui? Perché le cose scritte dalla Lucarelli, quando devono apparire sul Tempo, sono meno divertenti?

In prima battuta (ahr ahr) avevo attribuito il fatto a quell'insopprimibile snobismo che prende quando un fenomeno, noto in partenza a una ristretta cerchia di carbonari, ha un qualche tipo di successo più esteso. Poi mi sono reso conto che il problema è altrove, nella produzione a tempi imposti di qualcosa che attiene per elezione alla sfera dell'intuito, o comunque del poco governabile/definibile, tanto che questo qualcosa non oso nemmeno nominarlo. E' vero che come altre forme d'arte richiede un labor limae, da cui le note percentuali: 10% ispirazione, 90% traspirazione. Ma qui si cominciano a vedere gli aloni sotto le ascelle.

Per dire, non ho più comprato un libro di Stefano Benni da quando in molte pagine invece di essere Benni ha cominciato a fare Benni. Altan fa recitare ai suoi omini cose strepitose, e non credo ne produca decine al giorno: eppure leggendole tutte di fila, raccolte in volume, si riesce comunque a percepire qua e là un retrogusto di meccanicità, si svelano quantomeno schemi mentali che ricorrono, si individua insomma un pattern. Nulla di male: solo che per accumulo, dopo trent'anni, si diventa Forattini. Temo.

P.S. Tutti bravi a criticare, è vero. Se mi sforzassi anch'io di costringermi in una formula, l'haiku, il limerick, le du' righe in fila? Lasciamo stare, uscirebbero cose così:

Massima
Muor giovane colui che al cielo è caro
o imbocca l'autostrada contromano.

L'ultima sorsata di birra
Quando la lattina è finita:
l'elaborazione del rutto.

Sentenziato da Vic | 01:45
23.4.03

Favorisca documenda
Sembra incredibile, ma negli Stati Uniti basta la conoscenza dell'SSN (Social Security Number, non il nostrano Servizio Sanitario Nazionale) per compiere un furto di identità ai danni del legittimo titolare, in una quantità preoccupante di occasioni.

La cosa buffa è che, in epoca di firme digitali e riconoscimenti biometrici, debba essere un tedesco a spiegar loro quanto sia più sicura e pratica una tesserina miserella come la carta d'identità. Alla quale notoriamente gli anglosassoni sono allergici, per motivi storici tutti loro.

Il tutto sul solito, raccomandatissimo Risks Digest.
Volendo approfondire il tema, basta andare sulla pagina di ricerca e inserire "SSN" come argomento.

Sentenziato da Vic | 01:40
22.4.03

Roba che ci vengono i brufoli
Repubblica.it, a proposito dello scontro tra presidente e direttore generale della Rai:
"la Annunziata, dopo un polemico scambio di lettere con Cutaneo".

Sentenziato da Vic | 19:14

With or without you
Sto per allargare la sezione dei link ad altri blog; quella attuale, Interreferenze, è stata finora volutamente limitata ad una dimensione "parenti e amici", o giù di lì. Poi ti capita qualcuno che propone uno scambio di link, e tu rispondi che non lo pratichi, manco si parlasse di scambio di coppie, facendoci la figura di quello con la puzza sotto al naso. Ma sì, scialiamo! Abbandoniamo questo rigore calvinista!
(preciso che concepisco ben tre tipi di calvinismo: quello religioso, quello letterario, quello fumettistico. Mi stanno simpatici tutti e tre).

L'opera di allargamento richiede un qualche sforzo tassonomico, e qua cominciano i guai. Giuseppe Granieri ha adottato la classificazione dei blog (anzi dei bloggatori) proposta da b.georg, per cui ci sono tessitori, cacciatori, sciamani, eccetera. Molto bella e condivisibile, ma troppo impegnativa.

Mi piaceva una cosa più semplice e immediata. Ad esempio, in onore dell'altro G.G., destra e sinistra. Ora provo a chiedermi: Wittgenstein, per dire, è di destra (frondosa) o di sinistra (riformosa)? E Camillo, è veramente di destra, o è solo un compagno che sbaglia? E Capperi... bé, Capperi si capisce. Comunque, finisce che mi impelago tra liberali, liberisti e libertari, e faccio confusione come al solito.

Ci vuole qualcosa di ancora più diretto: maschile e femminile. Bravo, sì: Massaia sarà una donna, o un uomo particolarmente empatico? E personalità confusa è una donna o una giornalista? E Selvaggia, che esplicitamente mostra attributi femminili (oserei parlare di bombe intelligenti), avrà un fidanzato schiavizzato che le scrive i testi come qualcuno maligna? Parliamo poi di anagrafe, scrittura, o identità sessuale? Stiamo freschi. Il gender è un universo con tali e tante sfumature che preferisco non esplorarlo.

Bene, alla fine la soluzione ce l'avevo sotto al naso, lì accanto alla puzza: blog scritti su un Mac, oppure no. Significativo, sintomatico, oggettivo. Have and have nots.

Del sottoscritto, giovani tromboni, si sa. Poi, che mi risulti:
- Wittgenstein
- Camillo
- Paolo Valdemarin
- Tommaso Labranca
- paferrobyday
- Antonio Dini

Ci sono altri bloggatori parimenti saggi? Nel caso fatemi sapere.

Sentenziato da Vic | 13:16
21.4.03

Fuori tempo massimo
Scrive T.La.: "C'è qualche blogger under 26 e in zona Milano che non teme la telecamera e vuole farsi intervistare re:suo_blog?". Come blogger over 36 e in zona Roma, mi fa sentire una merda.

Sentenziato da Vic | 01:55
19.4.03

Parodia
(Oggi giovani tromboni si è svegliato tardi, e gli è piaciuto: per questo lo fa sempre)

Sentenziato da Vic | 13:54

Lo zanzariere
Non amo l'aria condizionata. D'estate potrei piuttosto spalancare le finestre e girare in mutande, ma dare spettacolo gratis per il signore in canotta che staziona in permanenza sul balcone di fronte, insomma. E poi quello ho già deciso di segnalarlo a Rodotà. Anche passare l'intera stagione in atmosfera catacombale, grazie alle persiane accostate, esalta il solito colorito azzurrino quando sarebbe tempo di sfoggiare una complessione almeno apparentemente sana. Così un paio d'anni fa ho individuato un onorevole compromesso nelle veneziane. Fanno un rumore caratteristico e tutto sommato gradevole quando le tiri su o giù, si orientano a piacere, e lasciano passare aria e luce fermando al contempo gli sguardi indiscreti. Non fermano però le zanzare, almeno quelle di taglia inferiore ai cinque centimetri (oltre alle zanzare tigre esistono le zanzare elefante, dette a Roma zanzafanti, accomunate ai pachidermi da stazza e proboscide, sono però prive delle grandi orecchie: in compenso hanno le ali, che non è poco).

La lunga premessa per giustificare la decisione di rinunciare alle veneziane in favore delle zanzariere dalla più fitta trama. Per l'installazione si chiama quindi lo zanzariere.
Lo zanzariere è un omaccione riccio, accompagnato da un polacco magrissimo che gli passa gli attrezzi. L'operazione parte come semplice e pulita, si tratta di buttare quattro viti nel legno per fissare la cassettina con l'avvolgitore e le guide di scorrimento laterali. Finché si trova un piccolo ostacolo: si scopre cioè che il meccanismo delle zanzariere funziona come un violino (testuali parole dell'Uto Ughi dell'avvitatore a batteria), ma non si riescono più a chiudere né persiane né finestre. A questo punto nelle mani del polacco compare il frullino.

A garanzia dello stradivari intelaiato, tutto è sacrificabile; vedi così cadere sotto i colpi impietosi del disco rotante interi pezzi di davanzale in marmo, tranciare di netto i ganci delle persiane, assisti a una specie di disboscamento effettuato direttamente sugli infissi in legno che l'anno prima avevi nell'ordine: smontato, portato come un cireneo per tre piani di scale, sverniciato a fuoco, scartavetrato, piallato con schegge di vetro, rimesso in quadro, impregnato di sostanze tossiche, riverniciato con cura, riportato su ansimando e riinfilato sui cardini sporgendoti con sbalzo pericoloso dal lucidissimo davanzale.

Ora quel che resta di persiane e finestre si riesce a chiudere, ma con l'accompagnamento di sinistri cigolii. Lo zanzariere, che commercia pure in infissi di alluminio anodizzato, sulla porta si congeda con questa frase: "Poi ce pensi, 'ste persiane se reggono pe' miracolo, il legno se fracica, glie faccio io un bel lavoretto". Mentre esce saggia con due dita ed espressione scettica la consistenza della porta blindata. Lo zanzariere commercia pure in porte blindate.

Sentenziato da Vic | 02:07
15.4.03

Urca
Piccoli passi avanti nel mondo UMTS (i telefonini che ballano, cantano e non puliscono il water): Accordo Repubblica-H3G - tutto il sito sul telefonino.

Si legge tra l'altro: "Il costo della consultazione di ciascun articolo o notizia è di 0,30 euro, Iva inclusa.".

Sentenziato da Vic | 14:12
12.4.03

Redazzionalmente coreto
La Repubblica di venerdì 11 aprile, pagina 7, didascalia: "La cupola d'orata della moschea di Ali". Il pesce puzza sempre dalla testa.

Sentenziato da Vic | 20:41
10.4.03

A gentile richiesta
Ogni volta che leggo qualcuno elencare divertito le stringhe di ricerca che hanno portato visitatori probabilmente involontari sul proprio blog, penso: "C'è cascato anche lui", trovando la cosa il massimo dell'ombelichismo autoriflessivo o come lo vogliamo chiamare.

E chi sono io per sottrarmi a certe ineluttabili dinamiche?

La gran parte arriva qua cercando alex britti nudo; da quando l'allegro chitarrista gorgheggia magnificando le sue pratiche autoerotiche al pensiero di lei e del suo pelo (o una rima del genere) si può pure capire.
Chi può cercare qua callifugo supermercato? Verrebbe da pensare a Massaia, se esistesse veramente.
Probabilmente è una stessa persona che cerca prima 'luca fuma la pipa' (ma posso testimoniare che al massimo beve CocaCola), poi 'daniele fuma la pipa' (ma lui va di RedBull), e infine, stremato e insoddisfatto: 'mio amico fuma la pipa'. Che dire, augh. marmotta che fuma è probabilmente la firma del grande capo.
A chi cerca quark xpress ecco come ho fatto non si può che chiedere: diccelo!

L'idea che mi mancava per mettermi in affari: software pizza asporto. Un microchip nella margherita al prosciutto, che monitorizza e profila i gusti dell'utente. Altro che cookie.
Poi quelli che non hanno fiducia nei motori di ricerca, e ordinano cerca il testo di that's all right di elvis presley, perché il solo pulsante "Cerca" appare poco incisivo. Oppure, nel dubbio che il browser si metta a cantare: il testo scritto della canzone americana della canzone singin in the rain.
La diffusione delle bandiere arcobaleno deve aver creato disturbi cromatici in parte della popolazione, se c'è chi cerca: webcam logitech l'immagine nera verde o il colore giallo. E poi: webcam in diretta di esperimenti su persone in corso a roma 2002. Non ne sapevo niente, giuro. L'anno scorso sono stato rapito da un alieno venuto dallo spazio, ok, ma garantisco che non c'erano webcam in giro, sull'astronave.
Una notizia che rasserena, in questi tempi difficili: martina stella ha scritto un libro.
Le idee testo telegramma matrimonio sono io che le vorrei, l'altro giorno ho passato quasi un'ora in un immenso seminterrato circondato da liste di nozze, a cercare l'ispirazione.
Vasche bagno guarnizioni, questo ha spiato la lista delle cose che devo fare da anni.

Ma soprattutto: informazioni sulla macchinetta che pratica il tatuaggio a fuoco; se si riferiva alla Brikka, è la volta buona che la Bialetti mi fa causa.

Sentenziato da Vic | 00:36

Dolce o piccante?
Ennesimo incidente da traduttore automatico (o da umano che fuma roba buona):

provola

A quando il Casiocavallo?

Sentenziato da Vic | 00:01
6.4.03

Perché non possiamo non dirci antiamericani
A me questa cosa frulla in testa da parecchio tempo, e credo di non essere il solo, visto che ultimamente ho letto spunti simili da parecchie parti.

Parlo della premessa "io non sono antimericano, ma...", che evoca sinistramente l'"io non sono razzista, ma..." di tutti i discorsi razzisti. Ma veramente "antiamericano" va percepito come un atteggiamento in sé negativo, addirittura un'ingiuria? Verrebbe da essere per una volta politicamente scorretti, ed iniziare ad argomentare con "io sono antiamericano, quindi...".

Io sono filoamericano quando ascolto musica americana (anche se quella inglese è meglio), io sono antiamericano quando si parla di pena di morte.
Io sono filoamericano quando uso scarpe, jeans, computer americani (anche se fatti in Cina o nelle Filippine), sono antiamericano quando ripenso al Cile del 1973.
Io sono filoamericano quando leggo David Foster Wallace, sono antiamericano quando si estende in maniera abnorme il diritto d'autore per salvare le orecchie di Mickey Mouse.

Così come sono filosionista ogni volta che sento dire "che palle co' st'Olocausto" e mi risuonano in testa le parole di pietra che aprono Se questo è un uomo, e sono antiisraeliano per ogni colono spedito ad insediarsi nei territori occupati.

Diciamocelo francamente: antiamericano, nella sua vaghezza, è una parola che non significa un cazzo.
Se non per rozzezza ideologica, finanche per imprecisione lessicale, fin quando un peruviano sarà americano quanto uno statunitense (ed extracomunitari entrambi, per i difensori delle frontiere).

Veniamo al debito di riconoscenza verso gli Stati Uniti, argomento frequente di Giuliano Ferrara: per me il tranello è nell'identificare in maniera monolitica e con eccessiva facilità una bandiera, una nazione, un governo, un popolo, la sua storia, le singole persone. Che ciascuna di queste entità sia riconducibile alle altre, anche in rapporto di emanazione, non c'è dubbio. Ma che io sessant'anni dopo debba avere per forza un debito di riconoscenza con i figli e i nipoti di chi ci ha liberato da un orribile giogo, equivale a dire che dovrei inseguire e prendere a randellate qualsiasi ventenne tedesco incontri per strada.

Ah, e al prossimo che sento pronunciare "anime belle", ci do un cazzotto.

Sentenziato da Vic | 20:06

Se dieci anni sembran pochi
Spolverando un vecchio hard disk, ho ripescato gli articoli che scrissi per Repubblica tra il '92 e il '95, quando ancora non avevo deciso cosa fare da grande. In particolare mi è cascato l'occhio su quelli del 31 marzo 1993, che guarda un po' parlavano di telematica e - per i più ardimentosi - di Internet. Ho raccolto l'occhio, e ho trovato che era umido.

A parte qualche ingenuità giovanile (giovane io e giovane l'argomento), è divertente vedere come alcuni aspetti della comunicazione tra persone schermate - dal monitor, la confraternita degli azzurrini - non si siano modificati di un bit. Pure oggi che si parla di blog forumizzati.

Ecco gli articoli:
1) Un'immensa citta' in nessun luogo
2) Le chiavi del dialogo tra mille terminali
3) E galeotta fu quella tastiera

Voglio specificare, a tutela del mio buon nome, che sono responsabile delle fesserie scritte, ma NON dei titoli. Come dicevo tempo fa:
C'è da avercela allora coi titolisti, gente misteriosa che in passato anche a me ha fatto del male. 'Le chiavi del dialogo tra mille terminali', ma come si fa.

Sentenziato da Vic | 18:47
5.4.03

Robe da nerd
Che Microsoft si fosse buttata su XML come formato del futuro per i file memorizzati dalle sue applicazioni, faceva ben sperare riguardo all'abbandono dei formati proprietari (e non pubblicamente documentati); quindi un passo avanti nella possibilità di interscambio di dati agevole e non vincolato dalle applicazioni.
Sbagliato, pare che le cose non stiano esattamente così. La questione è piuttosto controversa, anche perché si parla di opinioni basate su versioni beta dei software incriminati. Comunque questo articolo è interessante per come illustra alcune cose che è bene sapere su XML e quel che può e non può trasportare. La morale è che i seguenti signori viaggeranno separati: dati, presentazione, e logica procedurale (se fossi stato un consulente meglio pagato avrei detto business logic senza provare vergogna).

Quark - niente a che fare con Piero Angela - ha finalmente illustrato le caratteristiche della versione 6 di Xpress, probabilmente il più diffuso software di impaginazione, senza però dire quando e come sarà disponibile. In compenso hanno detto finalmente che questa versione girerà in modo nativo sotto MacOS X. Questa notizia fa esultare tutti i sostenitori del nuovo sistema operativo Apple (io sono tra questi), perché moltissimi non abbandonavano MacOS 9 proprio in quanto zavorrati da Xpress. In realtà, temo che i moltissimi continueranno imperterriti a usare MacOS 9 senza mettersi a rivoluzionare il proprio flusso lavorativo (se fossi stato... vabbé, workflow, ecco); tanto chi voleva passare a MacOS X l'ha già fatto, visto che Xpress gira tranquillamente anche in modalità Classic.

Una delle meraviglie realizzabili con MacOS X è illustrata qua: un buontempone perditempo, di quelli che negli annunci economici sono sempre "esclusi", ha attaccato al suo iMac via USB cinque drive per floppy, configurandoli come un unico disco RAID, totalizzando una capienza di 4,22 MB. Per provare il tutto, realizzato tramite il software standard di sistema, ci ha copiato un mp3 dei DEVO. Il che, considerando l'utilizzo dei floppy come un esempio di devoluzione in senso non bossiano, mi sembra perfettamente coerente.

Sentenziato da Vic | 23:41
Obragrafica:

Il piccolo popolo che si manifesta sui bordi dei fogli durante telefonate, riunioni, attendereprego, e altre occasioni.

Interreferenze: