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giovani tromboni
è un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino,
rimanendone conquistato. Io un po' mi ci riconosco (mi dà il destro
per sentenziare), ciascuno poi ci si specchi
quanto crede.
Grazie a Google, ho poi scoperto che la definizione appariva già in una lettera
di Mario Luzi a Giorgio Caproni. Correva l'anno 1959.
P.S. leggo ora, con colpevole ritardo, che nel 1994 Tommaso Labranca invitava a trasformarsi in Giovani Salmoni (Andy Warhol Era Un Coatto - Castelvecchi),
andando contro la corrente del consenso collettivo. Non c'è un collegamento diretto coi giovani tromboni, ma una bella assonanza certo sì.
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lunedì 29 marzo 2004
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Che tenerezza Coperto dalle solite affissioni abusive di AN, sporge il lembo inferiore del manifesto di un circo. Piccolo ma onesto. Vi si legge infatti:
"IL PIô GRANDE RINOCERONTE ATTUALMENTE IN ITALIA"
In un'epoca di superlativi pubblicitari a vanvera e comparazioni zoppe, è ammirevole la precisione di quell'attualmente.
(e sempre a proposito di pubblicità, esiste veramente un paese dove incontri un'amica in un autobus affollato e lei ad alta voce ti saluta con "Claudia! Hai sempre problemi col tuo intestino irritabile?")
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Fateci caso Un tempo i Mac erano noti come "i computer con la mela". Ora che appaiono più spesso in tv, si riconoscono come "i portatili col pezzo di nastro adesivo a coprire la mela".
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venerdì 26 marzo 2004
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Finora Fineco Finora l'unica delusione da Fineco l'ho avuta dal modo in cui hanno gestito la verifica dell'email fornita per le comunicazioni dirette al cliente. Per scattivare l'archivio da quelle sbagliate o non più utilizzate, hanno mandato una mail tale e quale a quelle con le url taroccate che usano i truffatori per raccattare i dati delle carte di credito dei gonzi.
Analizzando la mail con attenzione (andando cioè a vedere se l'url era veramente quella che appariva, e non una mascherata da html) ti accorgevi che era tutto regolare, ma se passa il concetto che si può legittimamente ricevere una mail con scritto "clicca qui e poi inserisci username, password e pin"... voglio vedere quanto ci vorrà prima che comincino ad arrivare mail identiche che invece puntano a siti esotici del truffatore di turno.
Bastava scrivere: "vai sul sito Fineco e conferma la tua mail", mettendo nella home clienti un bannerone a prova di imbranato. Invece per fare le cose a prova di imbranato, in puro stile Microsoft, si abbassa la guardia sulla sicurezza in maniera inaccettabile.
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Soluzioni Ieri, pranzando, la battuta di un collega mi è sembrata una grande idea, degna di elaborazione.
Invece di spalmare i debiti, perché non permettere ai tifosi di devolvere l'otto per mille del reddito alle rispettive confessioni calcistiche, senza rompere le tasche a noialtri agnostici?
Altra illuminazione, stamane sotto la doccia: la soluzione al conflitto d'interessi è nazionalizzare Madiaset. Ormai abbiamo capito che le privatizzazioni sono una fregatura, no?
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martedì 23 marzo 2004
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Treccia o bocconcino? Pure Wittgenstein aveva sentito puzza di bufala nella storia del coltello esploso ("Il coltello ingiustamente incriminato dello scoppio" nella commovente didascalia della foto).
Io lo avevo detto subito: mi sembra il tipico effetto "taglio di cavo elettrico sotto tensione", oppure si tratta di un pecorino al pepe molto stagionato.
Visto che ho dimostrato buon naso nel capire che la caciotta era di bufala, mi lancio in un'altra facile previsione: quanto ci vorrà perché questa si riveli un'altra bufala coi fiocchi?
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lunedì 22 marzo 2004
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In Kòppa a Pusellekåa La scarsità di tempo libero porta ad elaborare dei piani di precisione millimetrica per lo svolgimento di certe piccole attività extra. La missione di questa settimana era: dotare la camera del pupo di una cassettiera portafasciatoio. Scartate quelle dei negozi per l'infanzia (hanno tutte un'inutile vaschetta da bagno all'interno, sono brutte e costano una tombola), si passa alla scelta della cassettiera sul catalogo stagionale Ikea. Individuata, verificate le misure, controverifica sul catalogo generale (cinquantacinque mega di pdf, praticamente quanto la trilogia del signore degli anelli in divx), ha anche le ruote, perfetto.
Scatta l'operazione acquisto: durante la settimana c'è meno folla ma non riesco a liberarmi, dunque sabato sera un'ora prima della chiusura. Diabolica astuzia, così mi sbrigo e la domenica posso montare il tutto.
Procedo inesorabile, nulla può il traffico del raccordo: giungo nel parcheggio all'ora X, punto dritto al piano esposizione, e comincio a sorbirmi - slalomando tra orde partenopee e coppiette di periferia - decine di camerette Gudrun col letto a soppalco. Nessuna traccia della cassettiera: di quella linea trovo solo un pensiletto non marcato in un finto bagno di centimentri sessanta per ottanta (il bagno, non il pensile). Chiedo, mi dicono di cercare al piano di sotto.
Ancora slalom, il solito ingorgo nel reparto "angolo verde" (lo chiamano così perché ormai viene citato insieme a Lagonegro-Lauria e Gravellona Toce anche ad Onda verde), il tempo stringe; mentre passo in rassegna scaffali Svalbard e plafoniere Krukke, mi imbatto nell'intrico di lingue di una coppietta che si è presa una pausa diversiva appoggiandosi ad un mobile della linea nonsoché, cambio conseguente di traiettoria. Per la seconda volta, contro ogni mia consuetudine, chiedo: il commesso indica "là, sotto quei due che pomiciano". I due stavano per procreare proprio sulla cassettiera 800-497-00. Quando mi avvicino sono già alla sigaretta, e scesi dalla cassettiera chiacchierano con altri due dalla testa spalmata di gel. Silenzioso come un'ombra, cerco di sincerarmi della solidità dell'articolo e della scorrevolezza delle meccaniche; apro un cassetto e la maniglia metallica si infila nel gluteo della Giulietta di periferia. Impavido indico la cassettiera e mormoro: "Io no, è stata lei".
Alla fine, dopo un'attesa di venti minuti, mi consegnano un bel pacco compatto, ideale per il trasporto nella mia utilitaria né station né wagon. Gli imballaggi Ikea sono tutti uguali, e bisogna avere l'accortezza di cercare in un angolo il numerino che ne indica il peso, per valutare l'effettivo grado di compattezza prima del disastro. Il numerino termina solitamente con un nove, come il prezzo dei cocomeri: così, se va bene, leggi quarantanove e non ti rendi conto che ti stai per incollare mezzo quintale a strappo. A strappo non come i sollevatori di pesi, ma come l'effetto dello sforzo sulle già misere fasce muscolari, fiaccate dalla vita sedentaria. Come i sollevatori di pesi, al limite, emetterai nel gesto atletico una sonora flatulenza che l'acustica del luogo non mancherà di evidenziare. Tra il disappunto dei presenti, orde partenopee e coppiette lubriche di tor qualcosa incluse.
Senza indulgere oltre in particolari umilianti, il sabato si conclude con il nostro che guida verso casa, sudato come una bestia, con dietro il mostro cartonato che pattina sul sedile ribaltato, generando ameni sbandamenti dell'utilitaria ad ogni curva.
Domenica: ecco, dovevo dotarmi di un piano B. La cassettiera 800-497-00, a montaggio iniziato, rivela essere mancante di un intero sacchetto di ferramenta: 6x 110675, 3x 102553, 15x 100347, 8x 109534, 18x 110519. Dannati svedesi, avete vinto anche stavolta.
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mercoledì 10 marzo 2004
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Percorsi La cosa è andata così: torno a casa dalla miniera, vado a restaurarmi in bagno e accendo la radio. A Dispenser mandano in onda una bella canzone di Van Morrison, che ultimamente viene passata spesso nella versione di cassetta, edulcorata a cura di uno sbarbo canadese, che ha venticinque anni e swinga alla Sinatra. Dopo, mentre impartisco il biberon serale allo sbarbo di sei mesi che swinga sulla sua sdraietta con fremente gioia energumena, provo a canticchiare la canzone. Ritornello, inciso, ma il middle eight mi sfugge. Che problema c'è? Una ricerchina in rete mi scodellerà testo e accordi in men che si dica. Sì, bravo: tutto quello che sai è "van morrison". E il canadese? Michel Meublé? Hmmm, suona bene ma è un'altra cosa.
Prova di qua, prova di là, non trovo un bandolo. Ricorrerò a un portale generalista. Kataweb non aiuta molto, con Virgilio, superato il trauma dell'home page a uovofritto, va meglio: c'è una pagina che punta alle classifiche. Dal link alla classifica ACNielsen dei singoli, arrivo poi a quella degli album, ed eccolo lì: Michael Bublé, la canzone si chiama Moondance, da lì a una pagina con testo e accordi è una passeggiata.
Ma torniamo a Virgilio: oltre alla classifica ACNielsen c'è un link "I preferiti in Italia", che porta a Vitaminic. Sfilata di nomi sconosciuti, che manco a Sanremo... ma no, uno lo conosco: Stefano Sani. Chi ha seguito GNUEconomy/Macchianera non può ignorare il clamoroso aneddoto di quando Gianluca Neri baciò Nikka Costa allo stadio di Rosignano.
La parte veramente straziante del raccconto non riguarda l'ex bambina prodigio (dopo di lei è rimasto solo Diaco, di bambino prodigio), ma l'esibizione come supporter di Stefano Sani, appunto, di fronte a un pubblico di sei persone: Neri e due amici, mamma Sani e due amiche. Era il 1990, il primo concerto dopo cinque anni, l'occasione di rilancio. Ma quasi quindici anni dopo, scopro grazie a uno di Vancouver col nome da affittacamere, Stefano Sani è vivo e lotta insieme a noi! Con un sito che fa in media tredici accessi al giorno, più di molti blog, più di molti concerti.
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domenica 07 marzo 2004
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Il freddo mi rende nervoso Qualcuno è arrivato qua cercando un frigo da incazzo. Testuale. Giuro.
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sabato 06 marzo 2004
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Musica sì, ma l'igiene? Tutte le persone trendy a cui guardo con malcelata ammirazione ce l'hanno, ma io non me lo posso permettere, e poi non sono mai riuscito a sopportare gli oggetti a cuffiette (a partire dai walkman, ai CDplayer portatili, fino all'iPod, oggetto della presente). Del genere ho solo una radiolina FM, che però non riesco ad usare in movimento: sull'autobus mi annodo, in motorino non ne parliamo, se mi squilla il telefono mi aggroviglio. Lo stesso auricolare del telefonino è per me un oggetto off limits.
Ma ora che sono usciti i mini-iPod, che sono più piccoli, economici e colorati, riuscirò a resistere?
Certo, vorrei oggetto che rispetti il ph naturale dei miei denti e non irriti le gengive, donandomi un alito fresco e piacevole anche nei giorni leggeri del ciclo.
Ecco la soluzione:
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lunedì 01 marzo 2004
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Chissà il suo armadio Ma il professor Garattini, come si vestirà d'estate?
(la lapalissiana risposta da una ricerca su Google: non abbandona la maglia a collo alto, si toglie semplicemente la giacca)
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Obragrafica:
one two three four five
Il piccolo popolo che si manifesta sui bordi dei fogli durante telefonate, riunioni, attendereprego, e altre occasioni.
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Tutti i commenti del mese:
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Interreferenze:
Qua si tifa:
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