|
|
giovani tromboni
è un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino,
rimanendone conquistato. Io un po' mi ci riconosco (mi dà il destro
per sentenziare), ciascuno poi ci si specchi
quanto crede.
Grazie a Google, ho poi scoperto che la definizione appariva già in una lettera
di Mario Luzi a Giorgio Caproni. Correva l'anno 1959.
P.S. leggo ora, con colpevole ritardo, che nel 1994 Tommaso Labranca invitava a trasformarsi in Giovani Salmoni (Andy Warhol Era Un Coatto - Castelvecchi),
andando contro la corrente del consenso collettivo. Non c'è un collegamento diretto coi giovani tromboni, ma una bella assonanza certo sì.
|
|
giovedì 24 giugno 2004
|
Brum brum Dopo un anno e mezzo di fermo totale e il tradimento con un motorino che ha un quinto dei suoi anni e un decimo della sua cilindrata, iersera - fresco di un aperitivo con il nuovo acquisto della congregazione dei padri bloggatori - ho deciso di metter mano alla mia onesta moto, che prima dell'oblìo fu oggetto di uno dei miei primi post.
Gli ho solo fatto dono di una batteria nuova e carica, giacché la sua, dopo dieci anni di onorato servizio e il rimessaggio trascurato (solitamente si staccano i cavi, si tolgono le candele, cose così) aveva tirato le cuoia. Attacco la batteria, giro la chiave, spingo il pulsantino e brum, si mette in moto al primo colpo. Lacrimuccia per la fedeltà e senso di colpa che macina. Se avete visto un fungo atomico levarsi dal nordest di Roma, quello era il segno tangibile del grido di liberazione delle marmitte.
Ho subito messo mano a spugne e straccetti, rimuovendo polvere, peli di gatto, morchie assortite, lana di pioppi incollata alle morchie (l'effetto pece & piume), ragnatele. Poi una pulitina ai carburatori. Poi una gonfiata alle gomme. Un rabbocco all'olio. Bacino e a nanna, che si eran fatte le dieci della tarde.
Stamane decido di andarci al lavoro, inforco, metto in moto e ingrano la prima. Si era incollata la frizione. La moto con un balzo ha portato i suoi 230 chili verso il muro subito di fronte, ma si è fermata prima. Ok, me l'hai fatta pagare, ora siamo pari, su. Clicchete clacchete, smucina e rismucina sulla levetta del cambio, alla fine si è fluidificato il fluidificabile e siamo ripartiti in perfetta sintonia.
Domattina vado a fare il bollino blu. Speriamo che non mi vomiti sul meccanico.
|
|
sabato 19 giugno 2004
|
I miei primi quarant'anni Mi dice: io dentro mi sento ancora un ventenne.
Ci dico: bravo, il guaio è che io ormai me ne sento due, di ventenni.
|
|
martedì 15 giugno 2004
|
Il sonno della regione Ma è possibile che ogni volta che accendo il TG3 Lazio mi debba sorbire almeno un servizio dove troneggia il faccione da rospo di Storace, che annoiato presenzia a un convegno o ad un'inaugurazione?
Io non ricordo: Badaloni, con la sua faccia da pulcino invecchiato, passava più inosservato, oppure non pretendeva questo genere di marchette dalla tv di stato?
|
|
sabato 12 giugno 2004
|
Dichiarazione pre-voto (riflessioni sulla tazza) Si scrive qua, citando il direttorone:
"Non è meglio valutare quel che si dice, anche nel dissenso, invece che il perché lo si dica?"
che in altre parole coincide col giudicare le azioni dai loro effetti e non dai motivi.
In linea di principio sarei d'accordo, ma alla prova dei fatti mi accorgo che non riesco mai ad applicare serenamente tale aurea regoletta. Accidenti.
E scavando esce il perché: funziona solo se come corollario si pensa che il fine giustifica i mezzi. Cosa che non penso, e non riuscirò a pensare mai.
Questo è ciò che mi impedirà, nonostante abbia conosciuto e apprezzato molti radicali - e ne abbia incrociati altri di ammirevole e integrale stronzaggine -, dicevo questo è ciò che mi impedirà di votare per la Bonino. Condivido in pieno la loro battaglia sulle staminali e la procreazione assistita, firmerò per il referendum, ma i compagni di strada che ci si scelgono, anche per brevi tratti, per me contano, oh se contano. Per dire, Bruno Zevi (che pensavo un fazioso finché sentendolo capii che aveva semplicemente ragione, e la sosteneva con forza; un rigoroso, piuttosto) li mollò dopo vent'anni per una di queste leggerezze, quando si allearono "tecnicamente" a Le Pen per la creazione di un gruppo parlamentare europeo.
Sciolto un nodo, ne rimane un altro: all'interno della sinistra, come da secoli ormai, si gioca una partita tra massimalisti e riformisti. Anche qui fanno a gara a chi mi resta più sul piloro, ma prevalgono in questo i secondi. Tra i destri di sinistra foglianti e i sinistri di destra dei fogli arancioni è tutto un volare alto di raffinata élite, con le punte massimo di snobismo nel permettersi le svisate più becere. Du' palle, scusate.
Razionalizziamo, partendo dalla mia posizione di persona molto accomodante ma poco avvezza al compromesso. Molto borghese - temo - e rigido per quanto riguarda me stesso, libertario per gli altri (vedi, per quel che vale, il giochino del Political Compass, dove esco sull'asse Economic Left/Right: -8.25 e sull'asse Libertarian/Authoritarian: -8.46, un piccolo Bakunin).
La questione di fondo è, per me: giocare con le regole dettate dall'avversario, rinunciando alla propria identità pur di vincere, o rischiare di perdere affermando fino in fondo i propri punti fermi, ponendo in subordine le questioni di opportunità politica?
E quando la prima posizione porta comunque a perdere, come si è dimostrato, a che vale mantenerla se non per soddisfare un'indole tafazziana o una semplice vanità di distinzione?
Questa la mia ingenua se non rozza analisi, non richiesta, ma quella che mi porterà più tardi a far certe crocette e non altre sulle schede colorate.
|
|
giovedì 10 giugno 2004
|
Informazione Se non avessi letto dei blog, mi sarebbe sfuggita la notizia della scomparsa di Steve Lacy e di Fosco Maraini. Non è poco. L'assordante rumore di fondo dei media tradizionali me l'ha tenute nascoste.
P.S. purtroppo in tema: So long, and Shake your tailfeather, Genius.
|
|
lunedì 07 giugno 2004
|
B-Day Grande lapsus, appena sentito:
"Lo sbarco in Lombardia".
|
|
domenica 06 giugno 2004
|
E prima o poi da Letterman Scordavo: per la prima volta sono ospite di un altro blog, quello del venerabile Zamba, colui che lustri or sono contribuimmo a traviare portandolo dagli sportivi dopati ai creativi dopati. E facendogli comprare il Mac più sfigato della galassia, ma questa è un'altra storia.
|
|
sabato 05 giugno 2004
|
Piccolo apologo giustizialista (cani e padroni di cani) Mentre sto lì a far da motrice a un passeggino con dieci chili di junior dentro, slalomando al contempo tra le cacche di cane (che a cesellarle via dalle ruote son dolori), vedo pochi metri più avanti un signore anziano con un grosso cane al guinzaglio. Dopo qualche passo accenna a scivolare, si ferma, e postosi su una sola gamba come un fenicottero si scruta imprecando sottovoce la suola della scarpa.
Ho un impeto di godimento per questo inatteso contrappasso, chi andò per cacare si ritrovò cacato. Poi il fenicottero riappoggia la zampa, e mentre gira l'angolo gli vedo qualcosa in mano: un sacchettino di nylon con l'apposita paletta raccogli-deiezioni. Mi son sentito una merda.
|
|
mercoledì 02 giugno 2004
|
Niente resterà impunito Continuo a stupirmi dell'insipienza o pigrizia dei copywriter che nell'anno domini duemilaequattro riescono ancora a produrre pubblicità radiofoniche giocate sul più banale dei doppi sensi seguito da un "ma che hai capito, parlo di...".
Stamattina, in sequenza (cito a spanna):
"Amore, ho tanta voglia di te..." "Sono qui, cara" "Ma che hai capito? Ho tanta voglia di tè [marcadiimmondabevanda]"
"Io lo faccio tutti i giorni" "Complimenti" "Ma che hai capito? Parlo del bucato..."
Al cospetto, il creatore di "Io ce l'ho profumato" era un titano della comunicazione pubblicitaria.
|
Biografie Ogni volta che vedo un giunto cardanico, commento mentalmente "Costui aveva veramente le palle quadre" pensando all'inventore. Però:
Il Cardano fu il più celebre medico europeo del '500 e, come matematico, si dimostrò in grado di illustrare e corredare con dimostrazioni la risoluzione delle equazioni di terzo grado cui, il 2 febbraio 1531, era pervenuto Niccolò Tartaglia. Nell'Autobiografia, però, racconta anche di aver visto un gallo che gli parlava con voce d'uomo e, a proposito di cucina, scrive: «I mezzi per preparare i cibi sono quindici: fuoco, cenere, bagno, acqua, tegame, padella, spiedo, graticola, pestello, filo e costa del coltello, grattugia, prezzemolo, rosmarino e lauro». Il Lombroso lo ritenne pazzo.
(Aldo Buzzi, Stecchini da denti - Mondadori 1995)
|
|
|
←ottobre→
dom |
lun |
mar |
mer |
gio |
ven |
sab |
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
13 |
14 |
15 |
16 |
17 |
18 |
19 |
20 |
21 |
22 |
23 |
24 |
25 |
26 |
27 |
28 |
29 |
30 |
31 |
|
|
|
|
|
Obragrafica:
one two three four five
Il piccolo popolo che si manifesta sui bordi dei fogli durante telefonate, riunioni, attendereprego, e altre occasioni.
|
Tutti i commenti del mese:
|
GAAG Gruppo di autoaiuto ascoltatori Genesis:
|
Interreferenze:
Qua si tifa:
|
|
|
|