giovani tromboni
In the age of Umbilicus
In (lenta) lettura:

David Foster Wallace
Considera l'aragosta

Laurence J. Peter , Raymond Hull
Il principio di Peter

David Foster Wallace
Oblio
(momentaneamente sospeso)

Commentati:

Bernard MacLaverty
La scuola di anatomia

Tim McLoughlin
Via da Brooklyn

Kurt Vonnegut
Mattatoio n. 5

Hal Foster
Design & Crime

Jonathan Lethem
Amnesia Moon

Ernesto Aloia
Chi si ricorda di Peter Szoke?

David Means
Episodi incendiari assortiti

Charles Bukowski
Spegni la luce e aspetta

Altan
Banane

Friedrich Dürrenmatt
Nel cuore del pianeta

Arkadi e Boris Strugatzki
Picnic sul ciglio della strada

Jeanette Winterson
Powerbook

Charles Bukowski
Seduto sul bordo del letto mi finisco una birra nel buio

Daniele Brolli
Chemical USA - Il viaggiatore assente

David Foster Wallace
Verso Occidente l'Impero dirige il suo corso

Amélie Nothomb
Metafisica dei tubi

A.M. Homes
La sicurezza degli oggetti

Bernard Aldebert
Gusen II

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giovani tromboni
giovedì 21 luglio 2005


Facendo le pulci a Camillo
Oggi bellissima frase autoreferenziale del castigatore:
Gli errori sono talmenti troppi

P.S. più sotto leggo anche "queste orribili pagini a colori". Mi sa che a furia di leggere menù con scritto sopra "linguinni al pesto" sta cominciando a parlare e scrivere come la romantica donna inglese di Montesano.
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Caro Lei
Quando, sarà passato un secolo, feci i miei sei mesi in una redazione fumosissima di RadioTre, passavo molto tempo al telefono per contattare gli ospiti della trasmissione. Io non sono mai stato sciolto con una cornetta in mano (devo prendere il respiro pure prima di chiamare l'ora esatta), ma devo dire che ho sempre trovato persone di disponibilità e gentilezza sorprendenti: penso ad esempio a Rodotà che mi tenne in pratica una lezione di un'ora, o Severgnini uguale a come lo disegnano. Quando si trattava di giornalisti, dopo trenta secondi di telefonata immancabilmente arrivava l'invito "diamoci pure del tu, siamo colleghi".

Ormai assuefatto al rituale, la volta che chiamai Gianni Riotta, che non era ancora vicedirettore di niente ma già una giovane promessa avendo al massimo una decina d'anni più di me, feci l'errore di partire subito con il tu. Gelo assoluto. Una risposta tipo "GuardI, non LE so dire se posso, verificherò e LE farò sapere. A risentirLA". Ci rimasi un po' male ma imparai la lezione.

La morale: oggi al bar c'era un nuovo apprendista, un ragazzotto di neanche vent'anni. Vado a pagare e lui: "Ecco il resto, tieni. Ciao". Mi sono indispettito. Stavo per salutare riottosamente "ArrivederLA", ma poi ho ripiegato su un neutro "Ci vediamo".
Deve essere qualcosa che scatta a quarant'anni.
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Piccola irritazione quotidiana
Ma quelli che al semaforo rosso si sentono fessi a fermarsi sulla striscia bianca, e devono per forza piazzarsi due metri più avanti (spesso sulle strisce pedonali) dove non possono vedere il semaforo, così quando questo diventa verde rimangono piantati lì a bloccare il traffico, insomma che gli vogliamo fare?
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giovedì 14 luglio 2005


AP2936
Milano c'è un'aria che si respira mica bene.

Milano c'è i controllori del tram che al cartellino gli hanno scritto su: "Tutor di linea".

Milano si dice che ci puoi andare in bicicletta che è pianura (a differenza di Roma che ci ha i colli, sette) e in effetti li vedi un sacco di ciclisti ma è mica vero che van tranquilli, anzi le strade son strette e con i tram che ci finisci sotto se non senti il DENDENDEN e le macchine in doppia fila che non passi e il pavimento come sampietrini ma più grossi e il traffico feroce peggio di Roma, insomma secondo me non son ciclisti ma balenghi.

Milano c'è i palazzi che non capisci mica in che quartiere sei, sempre un po' alternati vecchi moderni e mezzi moderni come una macedonia quando hai poca frutta, al centro uguale che in periferia, no come Roma che se ti portano in un posto ad occhi chiusi li apri e dici "è Montesacro" e alla peggio sbagli con Monteverde vecchio, o la Garbatella con San Saba, ma l'EUR o il Coppedé ti sbagli mica, non puoi sbagliare, forse solo se sei un balengo ciclista milanese, ecco, per dire.

Milano ci sono i tassisti con la radio su un canale tutto di musica di Orietta Berti, ma fatta ora e da altri cantanti, cioè musica di quel tipo, una via l'altra che nemmeno credevo esistesse chi fa ancora quella musica, figuriamoci la radio.

Milano ci sono i negozi di scarpe da donna, una sola vetrina o addirittura due, e io che proseguo convinto che adesso arriva la vetrina con le scarpe da uomo e invece niente, solo un negozio ce le aveva ma pitonate in due colori rosa vomito e verde vomito, che ho capito è meglio che fanno scarpe da donna e basta.

Milano ci hanno delle ragazze che si vede che son del Nord, perché sono un po' sostenute anche se non belle, con su fisso un mezzo sorriso freddo con un retrogusto amaro, che in effetti è inutile che ti dipingi e fai la strappona quando basta che ti dai un contegno cool, più finta educanda che suora, e subito sembri più figa. Conosco anche una di Roma con quel sorriso lì, però sbagliava le scarpe e risultava un po' strappona per colpa di quelle.

Milano ci vive però un sacco di gente amica e simpatica, fatta eccezione per quel cameriere scocciato del locale fighetto a pranzo, e non so mica come fanno a mantenersi simpatici con quell'aria che si respira. E' proprio vero che l'uomo è un animale meraviglioso, molto adattabile, come una cabrio che gli esce il tettino se piove.
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sabato 02 luglio 2005


Nearly Human
Visti ieri sera alla cavea dell'auditorium o Parco della musica che dir si voglia (Caveo Paco della Musica, secondo il sito del tour) Joe Jackson e Todd Rundgren. Più un quartetto d'archi. Concerto stranissimo, dovendo dire solo una cosa visto che vado di corsa: grandissime voci. Altri superlativi seguiranno.

Andando al cesso durante la pausa, in quest'immenso ambiente sottostante il guscione principale, incrocio l'immenso Roberto D'Agostino (è molto alto e molto largo) e un altro che parlano di Lydia Lunch e di un concerto finito a sputi.
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venerdì 01 luglio 2005


Apple-stasia
Parte prima
Ho fatto il mio primo acquisto su AppleStore: è per un regalo, quindi è importante che arrivi entro una certa data.

Sul sito AppleStore trovo scritto per l'articolo in questione:
Stima spedizione: entro 24 ore

Ottimo. Per sicurezza non ho aggiunto assolutamente niente alla configurazione standard (anche la RAM la aggiungerò in seguito), onde evitare i ritardi da "built to order".

Ecco lo stato attuale dell'ordine:

As of 03:55 PM GMT, 29/06/2005
Order Date
24/06/2005 04:35 PM GMT
Status
Processing Order

Alla faccia delle 24 ore... se tra altre 24 ore non è partito disdico l'ordine, e per la prima volta in vita mia comincio a parlare male di Apple dopo quindici anni di faticoso proselitismo.

Parte seconda
Ho chiamato il numero verde, dove una gentile signorina con la quale non me la sono sentita di arrabbiarmi mi ha detto:
"l'ordine è bloccato all'ufficio finanziario per un problema sull'autorizzazione della carta".

Le ho spiegato che tendo ad escluderlo, primo perché cinque minuti dopo aver inoltrato l'ordine mi è arrivato l'sms della banca che mi avvertiva dell'autorizzazione all'addebito (lo fa in automatico per cifre superiori a un tot);
secondo perché verificando via home banking vedo che la cifra non è ancora addebitata (e vorrei ben vedere) ma è già conteggiata nei movimenti del mese.

Le chiedo come vogliamo procedere.
"Vedo che l'ufficio finanziario le ha mandato una mail".

Un corno: da venerdì ad oggi su quell'account mi hanno scritto iTunes Music Store e ADC, ma l'ufficio finanziario proprio no.

La signorina si è ammutolita. Chiedo se mi può mettere in contatto diretto con l'ufficio finanziario. Balbetta qualcosa. Poi mi chiede il numero di telefono: glielo dò, ricordando che risulta già nei dati del mio AppleID. Sono in attesa, non annullo ancora l'ordine per poterlo fare in tempo reale mentre parlo con l'ufficio finanziario.

Che cialtroni però.

Parte terza
Aggiornamento: parlando con una seconda signorina, ho scoperto che il problema non era l'autorizzazione all'addebito, ma il fatto che avessi indicato per la consegna l'indirizzo del lavoro, per ovvii motivi pratici che loro stessi suggeriscono.

Solo che, in piccolo su un'altra pagina, si precisa che nel caso l'indirizzo di consegna non corrisponda a quello della carta di credito, si riservano di chiedere una "controprova".

Sta di fatto che questa richiesta non mi è mai arrivata all'indirizzo mail da cui scrivo, e che la prima signorina mi ha ripetuto: sospetto fortemente che l'abbiano mandata all'indirizzo @mac.com che funge ancora da AppleID ma non è più attivo da anni, e se ne siano fregati del bounce che devono aver ricevuto in risposta, senza prendersi il disturbo di andare a leggere l'indirizzo giusto.

Io dico, ma un bell'alert gigante al momento stesso dell'acquisto, non sarebbe meglio?

Ora dovrei mandare un fax con fotocopia della carta d'identità e di un estratto conto della carta di credito a un numero telefonico irlandese, e forse in quattro o cinque giorni faranno partire la spedizione (o parte in un giorno e ce ne vogliono cinque perché arrivi, non ricordo).

Io invece me ne vado in ferie, e questi cialtroni non avranno i miei soldi.

Tra l'altro l'episodio mi ha ricordato ora che a questa trafila era stato sottoposto qualche mese fa un amico che avevo faticosamente convinto a tornare al mac dopo dieci anni: anche lui alla fine ha annullato l'ordine.

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Obragrafica:

Il piccolo popolo che si manifesta sui bordi dei fogli durante telefonate, riunioni, attendereprego, e altre occasioni.

Tutti i commenti del mese:
GAAG
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