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giovani tromboni
è un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino,
rimanendone conquistato. Io un po' mi ci riconosco (mi dà il destro
per sentenziare), ciascuno poi ci si specchi
quanto crede.
Grazie a Google, ho poi scoperto che la definizione appariva già in una lettera
di Mario Luzi a Giorgio Caproni. Correva l'anno 1959.
P.S. leggo ora, con colpevole ritardo, che nel 1994 Tommaso Labranca invitava a trasformarsi in Giovani Salmoni (Andy Warhol Era Un Coatto - Castelvecchi),
andando contro la corrente del consenso collettivo. Non c'è un collegamento diretto coi giovani tromboni, ma una bella assonanza certo sì.
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martedì 01 Novembre 2005
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Presenze Le incontro tutte le volte che esco col passeggino, o vado a fare la spesa, o mi affaccio alla finestra: se non temessi di violare qualche privacy sarei tentato di fotografarle ogni volta, per farne una galleria.
Si tratta con tutta evidenza fisionomica di una madre e una figlia: una sulla cinquantina, sempre vestita di tutto punto, ma non si può dire elegante; è l'abbigliamento un po' datato che userebbe di domenica la signora Pina coniugata Fantozzi. Capelli lunghi e lisci con qualche filo grigio, una faccia e un'espressione di serenità rassegnata o inconsapevole, sempre da signora Pina.
L'altra è identica, solo con la metà degli anni, con addosso capetti più "giovani" (stamattina addirittura una tuta da ginnastica in acetato) ma parimenti tristi.
Camminano una accanto all'altra vicinissime, come due carabinieri: dritte, perfettamente parallele, non si capisce se passeggiano o vanno da qualche parte. Non tradiscono alcuna emozione, il grigio e la medietà assoluta ne pervadono ogni aspetto concepibile in maniera inquietante. Però parlano, ininterrottamente, nel momento in cui le incroci capti sempre qualche parola di quelli che sembrano discorsi lunghi e articolati sulla situazione di qualche conoscente. "Quindi secondo me si trovava in una situazione per cui...", "e allora quando sono tornati lei avrebbe dovuto...", "dopo che si è iscritta all'università ha cercato...".
Se una volta mi fermo e le saluto, scommetto che si dissolvono.
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Sincretismi novembrini Si tramanda il racconto, in famiglia, di una volta che durante l'omelia del giorno dei morti un sacerdote probabilmente alticcio voleva in qualche modo comprendere nel discorso anche ognissanti, producendosi in questo immortale sillogismo:
"Se è vero che non tutti i morti sono santi,
è pur vero che tutti i santi sono morti"
(è solo dopo che aggiunse la sua visione di un Cristo energico che "prese il calice, lo spezzò...")
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Obragrafica:
one two three four five
Il piccolo popolo che si manifesta sui bordi dei fogli durante telefonate, riunioni, attendereprego, e altre occasioni.
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