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giovani tromboni
è un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino,
rimanendone conquistato. Io un po' mi ci riconosco (mi dà il destro
per sentenziare), ciascuno poi ci si specchi
quanto crede.
Grazie a Google, ho poi scoperto che la definizione appariva già in una lettera
di Mario Luzi a Giorgio Caproni. Correva l'anno 1959.
P.S. leggo ora, con colpevole ritardo, che nel 1994 Tommaso Labranca invitava a trasformarsi in Giovani Salmoni (Andy Warhol Era Un Coatto - Castelvecchi),
andando contro la corrente del consenso collettivo. Non c'è un collegamento diretto coi giovani tromboni, ma una bella assonanza certo sì.
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martedì 26 giugno 2007
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Rancora tu Per un paio d'anni ho lavorato gomito a gomito, avendolo come diretto superiore, con un tipo di una decina d'anni più giovane di me (situazione che, ora che ci penso, si è verificata in almeno tre o quattro situazioni lavorative, una sorta di condanna). Costui era indubbiamente brillante, ma di una supponenza sconfinata, cosa che unita ad una configurazione tricologica da paggio spettinato e a un look da generazione muccinotiromancino (nella nuance "sono impaccato di soldi ma faccio il casual") non contribuiva a rendermelo simpatico. E poi non basta una voce profonda e lunghe pause a rendere intelligente una persona e le cose che dice, ma seguendo il cosiddetto "effetto Craxi" molti ci cascano.
Però di fondo lo rispettavo, perché così faccio in genere con le persone, finché non mi danno prova di non meritarselo.
Qualche piccola scorrettezza la fiutai, ma in fondo considerai fosse veniale, mi aveva affidato il suo giocattolo eppure non voleva che ci giocassi, quindi a volte si scordava di convocarmi alle riunioni sul progetto che stavo coordinando. Sciocchezze, so capire bene i meccanismi psicologici dei giovinetti prodigio.
Successe poi che l'azienda dove lui era uno dei due soci "con voce in capitolo" cominciò ad andar male, lo si capì quando lui stesso ci razionò la carta delle stampanti (si sa che se le aziende vanno male è per il contributo al disboscamento dell'Amazzonia fornito dai dipendenti sconsiderati).
L'altro indiscutibile segnale di un'azienda in crisi è quando i soci si presentano con macchina o moto nuova, solitamente del genere molto costoso. Check, check.
Il 24 dicembre ricevetti in sequenza due notizie, vuoi prima la buona o la cattiva? Una è che sarebbe arrivato Junior, e non dico altro, la seconda che l'azienda era posta in liquidazione e quindi ci saremmo trovati presto tutti a spasso. Avevo aperto in quei giorni questo blog, e qualche traccia di quegli eventi si può trovare nelle cose scritte all'epoca.
Fummo licenziati ufficialmente a febbraio inoltrato, e nei due mesi precedenti assistemmo progressivamente al disfacimento dell'ambiente dove comunque eravamo tenuti a presentarci timbrando il cartellino: per prima cosa sparirono tutti i soci, puff, volatilizzati. Niente più amministratore delegato, niente più giovinetto prodigio, i capitani avevano abbandonato la nave prima ancora dei topi.
Poi smisero di fare le pulizie, rotoli di polvere transitavano portati dal vento come nel deserto dell'Ariziona, nei bagni regnavano acari grossi come cinghiali, di qualche collega si ricordano le ultime parole prima di perderne le tracce: "vado a fare una pisciatina e vi raggiungo".
Poi fu la volta del collegamento a internet. Poi la corrente elettrica. Poi cominciarono a sparire i pc e i server, venduti insieme ai contratti migliori. Forse l'acqua rimase.
Fu in quel periodo finale che, mentre ero con una collega mia coetanea (vabbé, più vecchia di me, ma abbiamo riguardo per le signore) seduto a un tavolino di viale Trastevere per il caffé, ci vediamo transitare sul marciapiede il tipo giovane, trasfigurato: zainetto in spalla, sorridente (senza la sua consueta aria grave), sembrava finalmente quel che era, poco più di un liceale che assapora i primi giorni di vacanza. Incrociammo gli sguardi, e ci venne a salutare: ma sempre sorridente, tipo pacca sulla spalla, allora come va, parlando del più e del meno. Noi nel frattempo ci stavamo scannando coi suoi avvocati.
Mentre si allontanava, con la collega ci fissammo negli occhi e scoppiammo in una risata isterica:
"Ti rendi conto che un giorno potremmo trovarci a dire a qualcuno 'questo era il mio capo'? Che figura ci faremmo?". E facemmo una sorta di giuramento di segretezza (diciamo più un proposito), che sto infrangendo in questo momento.
Poi l'azienda non solo ci licenziò senza un centesimo di buonuscita, strappammo a stento il preavviso, ma di lì a poco dichiarò fallimento, per cui il TFR (urca il TFR! non ho ancora deciso e mi restano tre giorni!) ce lo corrispose l'INPS tramite il fondo di garanzia.
Passano gli anni, le cose si sistemano, alle vecchie incazzature non si pensa più. Finché l'altro giorno l'INPS, sempre lui, mi manda l'estratto conto contributivo: da cui risulta che per l'anno 2002 nessuno mi ha versato contributi. Indovinate già chi avrebbe dovuto farlo. Spero ancora in un errore del sistema informatico, in una discrepanza nell'anagrafica, ma sono appunto speranze. Sto accertando, vi farò sapere.
Comprenderete insomma come leggere su un blog che frequento il nome del giovanotto (che è ben ammanicato e si sa vendere, oltre ad essere di quelli che scrivono "evangelist" nel curriculum senza alcuna vergogna) accanto alla definizione "la mente vulcanica di", mi faccia girare un po' i coglioni. Istintivamente.
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lunedì 25 giugno 2007
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Parata di VIPs Che poi, mi ero scordato di dire, sul traghetto avevo accanto una vecchia Panda con dentro Adriano Pappalardo e signora. E sul molo di Porto Rotondo ho incrociato Patrizia Pellegrino. Insomma, pensavo di meritarmi qualcosa di più.
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domenica 24 giugno 2007
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Più latte, meno cacao Il 12 luglio (e giorni a seguire) sarò qua a Gressoney, per partecipare ad un incontro dal titolo "I blog stanno passando di moda", nell'ambito di più ampie celebrazioni condoriane (iscrizioni aperte fino al 30 giugno come per la scelta del TFR, accorrete accorrete, autminric, ecc. ecc.).
Credo mi abbiano convocato come prova vivente del perché i blog stanno passando di moda.
Se qualcuno è curioso di sapere come sono fatto, io sarò quello seduto di spalle in penombra e con la voce contraffatta come al costanzo show, in mezzo ai blogger famosi, quelli che ricevono i telefonini in prova (e io mai nemmeno un prosciutto d'imitazione).
Mi rendo conto di essere passato dalla pubblicità Kinder a Calimero. Tare generazionali, scusate.
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Blog di denuncia (petizione! petizione!) Ma è una sensazione mia, o da un po' quandi chiami un numero di Tre e la vocetta ti dice che non è al momento raggiungibile, ti partono all'istante 21 centesimi di euro?
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sabato 23 giugno 2007
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Sotto lo stesso sole che ha baciato quella bandana, mi bagna lo stesso mare che ha lambito quel sandalo tacco sette. Ebbene sì, sono stato scoperto: da una settimana sono a Porto Rotondo. Con la mancanza di senso delle proporzioni che mi contraddistingue, mi sento come D'Alema beccato sull'Ikarus.
C'è da dire che non sono giunto a bordo di un panfilo, mi hanno semplicemente prestato una graziosa piccola casa; devo ancora capire che ci fa un vulcano artificiale in giardino, ma son dettagli.
Una sera ho deciso di scendere in paese, e ho detto a Junior il classico "vieni, che ti porto a vedere i ricchi che mangiano il gelato". Poi però ricchi non ce n'erano, tutta gente normale che si guardava smarrita in giro, e qualche finto ricco che però si vedeva che eran solo dei milanesi col colletto della polo tirato su. Alla fine ci siamo presi tutti il gelato, guardandoci tra noi.
Un'altra sera abbiamo fatto una puntata fino a Porto Cervo, in un bel ristorante sul mare ho chiesto un briatore ai ferri e quelli niente, al massimo il branzino, così ho preso una pizza salsiccia e cipolla.
A Porto Rotondo tutto costa caro, ma ci sono molte spiagge libere con vicini dei bei parcheggi gratuiti, e un pulmino che se le gira tutte, gratuito anch'esso, guidato da signore un po' brusche.
Una spiaggia è parzialmente occupata da una specie di stabilimento-ristorante-centro benessere sponsorizzato dalla Peugeot: hanno recintato e messo un pratino all'inglese verdissimo che arriva fino a un metro e mezzo dal mare, e oltre ai lettini ci hanno messo gli idromassaggi, gli attrezzi ginnici, dei baldacchini da nababbo. In mezzo a tutte queste cose e ai tavoli del ristorante e fin sulla spiaggia ci sono parcheggiate queste Peugeot, ciascuna con un ragazzo che passa tutto il giorno con uno straccetto in mano a lucidarla. Insomma, tu sei lì che stai mangiando la tua lasagna, e da dietro la spalla hai una Peugeot che ti guarda nel piatto. Per inciso gli ultimi modelli Peugeot sono veramente molto brutti da vedere.
I bambini aventi diritto al prato verdissimo tendono a sconfinare sulla sabbia: hanno chiesto in prestito paletta e secchiello a Junior (che di lotta di classe ancora ne mastica poco, e ha concesso senza remore né contropartite) e si sono messi a scavare una grande buca. Un po' temevo che alla fine l'avrebbero indicata attribuendone la paternità al governo precedente, rifiutandosi di riempirla. Invece si stavano solo divertendo, cosa che probabilmente tra le Peugeot riesce difficile (perlomeno ai bambini).
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mercoledì 13 giugno 2007
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Lo scalone Lavorare fino a 57 anni? A 60? A 65?
No, a 93.
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lunedì 11 giugno 2007
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Questo è uno bravo Il solito Steve, e Safari su Windows.
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Barare sulla Croce Rossa Se conosco il genere, dopo essersi vantato della bravata il nostro uomo dal nome imperfetto sosterrà che aveva detto per dire, che era tutto uno scherzo, che è stato frainteso. Scommettiamo?
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domenica 10 giugno 2007
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I post sono come il formaggio Io l'avevo detto per scherzo, che tiravo fuori dal frigo un po' di avanzi, per dire che avevo un sacco di cose appuntate o scritte a metà.
Ma mi accorgo che ci avevo preso più del previsto: la roba rimasta lì troppo a lungo non è più buona, ha preso di stantio.
(quando mi presenterò col polpettone, siete autorizzati a farvi delle domande)
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Yoda Junior sta davanti al vecchio iMac, con un programma di quelli per bambini che ad ogni click tirano fuori suoni, figure geometriche e colori casuali.
Per attirare la mia attenzione fa:
"Guarda quanto è grande questa qua!"
Io condiscendente:
"Uhhh, ma come fai a farle così grandi?"
"Perché ci ho la forza."
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Non si trova più una buona idea libera Stamattina ero lì che mi interrogavo sull'immanente e il transeunte, quando tra i miei residui capelli si è fatta largo una domanda: la gatta ceka fa i gattini freddolosi?
Così ho cominciato a pensare a un gioco bellissimo sui proverbi partiti male e sui gatti, del tipo
"Completate i seguenti proverbi:
La gatta freddolosa fa i gattini ...
Tanto va la gatta al largo ..."
e via dicendo.
A questo punto avrei dovuto lasciar perdere Google, almeno non scoprivo che la stessa idea l'avevano avuta centinaia di persone, ne prendo uno a caso.
Ci sono anche già le soluzioni, le migliori rispettivamente: "i gattini yeti" e "che ritorna col pattino".
Ora che mi sono ridimensionato e intristito, vado ad aprire un foglio Excel con le entrate e le uscite e vedo se arrivo alla fine del mese. Google non mi dice niente al riguardo.
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No Match Dal sito della Wacom:Siamo spiacenti, ma non ci è fiammifero adatto alla vostra richiesta. (e non gli avevo chiesto "Scusi, ha da accendere?")
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venerdì 08 giugno 2007
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Senatus Popolusque Creminus Devo dire che, tra tutte le rivendicazioni e i privilegi consolidati, quella espressa ieri da alcuni impronunciabili senatori* mi sembra la meno insensata.
Anch'io, nella sede di lavoro dell'anno scorso, godevo di una macchinetta distributrice di gelati, che ora non c'è più.
E mi manca tanto.
* forse i deputati non hanno rivendicato alcunché perché hanno Giolitti a trenta metri dal portone di Montecitorio.
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mercoledì 06 giugno 2007
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So di non SAPpere Poche ore fa presso un cliente, primario gruppo creditizio italiano, ho assistito al seguente dialogo:
"i pc hanno tutti SAP sopra?"
"sì, sono tutti sappati"
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lunedì 04 giugno 2007
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Grande Punto Le analisi di Ilvo Diamanti sono sempre interessanti, ma chi ha rubato il tasto "virgola" dalla sua tastiera è pregato di riportarglielo:La sinistra. Se si allontana dai luoghi della produzione e del mercato. Se non evoca senso di "comunità" e sicurezza. Non ha futuro.
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Special Edition
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Obragrafica:
one two three four five
Il piccolo popolo che si manifesta sui bordi dei fogli durante telefonate, riunioni, attendereprego, e altre occasioni.
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Tutti i commenti del mese:
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GAAG Gruppo di autoaiuto ascoltatori Genesis:
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Interreferenze:
Qua si tifa:
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