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giovani tromboni
è un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino,
rimanendone conquistato. Io un po' mi ci riconosco (mi dà il destro
per sentenziare), ciascuno poi ci si specchi
quanto crede.
Grazie a Google, ho poi scoperto che la definizione appariva già in una lettera
di Mario Luzi a Giorgio Caproni. Correva l'anno 1959.
P.S. leggo ora, con colpevole ritardo, che nel 1994 Tommaso Labranca invitava a trasformarsi in Giovani Salmoni (Andy Warhol Era Un Coatto - Castelvecchi),
andando contro la corrente del consenso collettivo. Non c'è un collegamento diretto coi giovani tromboni, ma una bella assonanza certo sì.
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sabato 19 luglio 2008
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Ed ecco a voi I Blisters Stasera, al termine di una settimana particolarmente pesante, mi sono concesso un regalo: un quarto d'ora di strimpellata in cuffia con la Strato, che non usciva dal fodero da mesi, forse anni: il che significa calli ormai spariti e corde belle ossidate se non rugginose. Poi un blues alla Stevie Ray Vaughan che te le fa tirare allo spasimo, e il gioco è fatto: ora mi ritrovo due vesciche sulle dita, medio e anulare della mano sinistra.
Ouch.
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venerdì 18 luglio 2008
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Il peggio di noi La classifica di BlogBabel è come il boxino morboso di Repubblica.it (e anche del Corriere, ormai). Sono cartine di tornasole di multiple ipocrisie.
Ipocrisia di chi li critica, e comunque li consulta con costanza.
Ipocrisia di chi li fa, che sa benissimo che squalificano quel che di buono gli sta intorno, ma si guarda bene dal toglierli perché richiamano pubblico e gli affari sono affari.
Non credo insomma che i giornalisti dei due maggiori quotidiani italiani siano sinceramente orgogliosi di sparare in home page quella roba che è orrenda non tanto per i temi "leggeri" ma per la sciatteria grafica, semantica, etica (nell'accezione di netiquette) e a volte sintattico/grammaticale con cui è confezionata.
Ma senza quei boxini, il numero di contatti di quanto si ridurrebbe? E qual è il parametro che più influisce sul valore delle inserzioni pubblicitarie?
Ugualmente non credo che la classifica dei blog (anzi: una delle infinite possibili classifiche) aggiunga nulla agli interessanti e utili servizi offerti da BlogBabel. Quelli che veramente mi sono mancati negli ultimi mesi.
Ma la stampa identifica BlogBabel con la classifica, il grosso del traffico e dell'attenzione derivano da quella.
P.S. un esempio di questa schizofrenia si può leggere qua, una dello staff di BlogBabel (che poi di persona sarà gentile e simpatica, ma le poche volte che ne leggo un post mi viene l'insopprimibile istinto di prendere a ceffoni lo schermo) che ritiene e dichiara la classifica poco importante, poi la sventola in stile "ce l'ho solo io (la classifica)"; e Camisani Calzolari che pesta i piedi e trattiene il respiro fino a diventare blu, finché non lo rimettono nei primi dieci.
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mercoledì 16 luglio 2008
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Q: Are We Not Men?
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mercoledì 09 luglio 2008
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Inflazione percepita (recto/verso) Un disegno fatto su un foglio di carta riciclata: distrattamente lo giro e vedo che era uno stampato con le tariffe mensili dell'asilo, per l'anno 2004.
Da allora al 2008, sono esattamente raddoppiate.
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martedì 08 luglio 2008
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Ultimo tango Mentre ci imbambolano con le copule potenziali del pelato, guardate che servizietti ci fanno alle spalle per decreto legge:26 giugno 2008
Abolita la procedura sulle dimissioni volontarie
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008
Con il Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008 - Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitivita', la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria - all'art. 39, comma 10, lettera l, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 147 - Suppl. Ordinario n.152 del 25 giugno 2008, è abolito lobbligo, per i lavoratori, di utilizzare la nuova procedura telematica per le dimissioni volontarie.
A partire dal 25 giugno, quindi, per presentare le dimissioni volontarie, non sarà più necessario adempiere alla procedura informatica.
(da http://www.lavoro.gov.it/MDV)
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I sali, i sali! Dentifricio nuovo, mai usato prima, ha un sapore vagamente salato e un retrogusto amarognolo, come di liquerizia.
Vado a vedere gli ingredienti:
P.S. ok, le battute facili sullo stronzio si sono sempre sprecate, ma nel dentifricio, se permettete, fa tutto un altro effetto.
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lunedì 07 luglio 2008
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Sto allevando un piccolo Rapetti
Ullallà ullallà ullallallà
Questo è il valzer del cotechino
(canticchiava tra sé e sé, in pizzeria ieri sera)
Lo sai che i cocomeri
son alti alti alti
(canticchiava tra sé e sé, in cucina stamattina)
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domenica 06 luglio 2008
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Luoghi comuni I giapponesi: tutto sumo e niente arrosto.
Gli spagnoli: tutti nacchere e distintivo.
Gli indiani: karma e sangue freddo.
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sabato 05 luglio 2008
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Spingitori di passeggini In coincidenza delle prime riflessioni di miic sull'argomento (e, ultimora, del gradito arrivo di un altro junior, c/o mio cugino l'arch. Socio, che prima al telefono articolava solo monosillabi), recupero da una moleskine del 2004 quanto mi ero appuntato mentre percorrevo avantendrè il lungomare ciclabile di Cupra Marittima, di cui già scrissi, probabilmente e inconsapevolmente incrociando Zoro.
Ecco l'appunto:Il piccolo alieno ipercinetico sei tu in scala 1:2 (per il peso in scala 1:8), ha la tua faccia ma i capelli di tua moglie. Continua ad esprimersi nel linguaggio del suo pianeta, e deve venire da un posto dove la forza di gravità è molto maggiore, altrimenti non si spiegherebbe la sua forza sovrumana.
Quando incroci passeggini recanti i suoi piccoli complanetari, accenni un sorriso ebete. L'umano locomotore con la faccia dell'altro alieno atteggia le labbra allo stesso sorriso ebete, oppure ti guarda tra lo schifato e l'inorridito.
E sudi, e puzzi. Sempre.
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martedì 01 luglio 2008
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Dell'osservazione degli altri che ballano e della vergogna del proprio lavoro (part two) Tra nemmeno un mese si torna a Gressoney per Kinder, come l'anno scorso. Facendo il cambio degli armadi, ho trovato in una scatola da scarpe la seconda parte della cronaca di quei giorni, incompiuta.
Ci ho appiccicato un finale di maniera, tanto per sfangare un post a costo quasi zero.
La prima parte è qua.
Dicevamo.
L'allegro dibattito assisi sui rovi era cominciato con un po' di ritardo, alle 16:30. Alle 18 eravamo attesi dal sindaco, a valle. In pratica non solo i blog stanno passando di moda, ma si dovrebbero pure dare una mossa, cortesemente.
Il sobrio villino Margherita (che prende il nome dalla proverbiale regina del pollo) è uno di quegli edifici dove non ti aspetti di trovare in giardino le statuette in gesso di Biancaneve e i sette nani: ti aspetti di trovarli dentro, in carne ed ossa. Invece dentro c'era in effetti l'ospitale sindaco, e i rappresentanti di un'associazione internazionale che riunisce i produttori di vino in altura e in pendenza, insomma quelli che si fanno un mazzo tanto per raccogliere quattro grappoli; questi, in cambio della visione di un filmatino promozionale di tre minuti, ci hanno allestito un buffet a base di formaggi e salumi buonissimi, e un assortimento di vini montani, tutti dal retrogusto lievemente salato. Poi su di corsa a cenare, che alle 21 (di nuovo a valle) c'era il concerto di Cesare Picco, nome sul quale stando sul cocuzzolo della montagna abbiamo facilmente ironizzato.
Il castello Savoia, nuova residenza della succitata regina (sfrattata da Biancaneve dopo le sue fortune hollywoodiane) è un altro luogo fiabesco, abitato però da Frau Blücher in veste di guardiana: vietatissimo fare foto, non si è capito perché (o meglio, sì: solo perché c'è il cartello. Un cartello stretto e alto quasi due metri, istoriato come un totem da innumerevoli cerchietti rossi sbarrati, uno dei quali contenente l'effigie di una fotocamera).
Suor Luca era seduto su una sedia di vimini nella luce soffusa e sembrava Emmanuelle (uno, no due).
Cesare Picco è uno che suona molto bene il pianoforte e pare che piaccia ai giapponesi: ci tiene a dire che non si definisce un jazzista, suona quelle che nel programma si erano definite "le più belle canzoni del mondo", poi alla fine chiude con "Round Midnight" di Thelonious Monk e capisci che:
a) QUELLA è la canzone più bella del mondo, come dicono certi: non ce n'è per nessuno;
b) Cesare Picco è un jazzista.
Ad un certo punto entrambi hanno nominato Joni Mitchell, parlandone come di una divinità al cospetto della quale si prostrerebbero timorati. A me è venuta subito in mente la serie "Joni Mitchell never lies" da Mondo Oltro, ma mi sembrava blasfemo citarla. Lo faccio ora, tra l'altro ho scoperto che il titolo viene da un verso di una mediocre canzone di Janet Jackson in compagnia di altro tizio.
Flashback: la sera dell'arrivo, a cena, si è bevuto del barbera tanto per non dispiacere i piemontesi presenti (uno), e sul tardi, dileguatisi i più sonnolenti, giù pamperi con Eio, Stark e il Proeta, leggendo brani del Sardelli (Proesie, I miracoli di Padre Pio) e di Maraini (Gnosi delle fanfole). Alla mezzanotte Stark aveva compiuto gli anni, ma era triste perché i suoi stessi genitori gli avevano fatto gli auguri il giorno sbagliato (oltre a rispondergli sempre "ma Stefano CHI?" al telefono), così dopo pranzo qualcuno ha avuto l'idea gentile di fargli pervenire una fetta di sacher con la candelina, tanto che lui si è commosso e ha detto "il compleanno più bello della mia vita, con gli amici di sempre", e dopo ha chiesto anche i nostri nomi.
Una sera successiva accanto alla bottiglia di pampero (che Eio, credo, teneva in un doppiofondo della sua felpa da teppista) ne è comparsa una di chinotto, così mi sono improvvisato barman, come cantava David Bowie, e ho inventato sui due piedi il Cuneo Libre, la cui ricetta non vi rivelerò.
[...]
Dato che ho lasciato questo post fermo quasi un anno e lo riprendo che sono più vecchio e la memoria è quello che è, ma cosa stavo dicendo?
Bah, in ordine sparso, ricordo che abbiamo fatto una gita in altura: tutti sulla seggiovia, e poi una massacrante scarpinata in salita per sentieri impervi, un'ora di ascesa al termine della quale fermavo tutti i camosci chiedendo "cortesemente, da che parte per il defibrillatore?".
Quando in seguito ho raccontato l'impresa all'amico esperto di quei luoghi (sempre quello del micropile) lui ha commentato "ah, ti sei fermato alla spianata dei culoni". Pare insomma che quella spianata non sia un traguardo ma sia in realtà il luogo di partenza per le escursioni verso le vette vere: ma i topi di città chiappozavorrati solitamente si bloccano lì tirando fuori tovaglie e vettovaglie (e in effetti è andata così, salvo che Eio e Stark hanno tirato fuori l'asciugamano, cosa che ho capito solo mesi dopo essere un omaggio a Douglas Adams).
La misura della mia inadeguatezza si è palesata in tutta la sua evidenza quando inquadrando il palco in piazza sul quale si erano raccolte alcune Personalità ho messo a fuoco tre paia di scarpe, ed erano tutte New Balance. Le New Balance, in quei modelli scamosciatini molto belli, ce le hanno solo Steve Jobs e i VIB. Io a settembre le ho cercate per tutta Roma, ma alla fine ho comprato due paia di Adidas in saldo. Le New Balance di quel tipo, se hai uno zoom abbastanza potente, vedi che ci hanno scritto sopra "sono stato a New York, solo per comprarmi le scarpe".
In un'altra di queste occasioni di piazza era presente anche Massimo Cirri, quello di Caterpillar, che per chi apprezza come me l'ascolto radiofonico di un certo tipo è un po' come dire il Papa (e a seconda dei gusti Marco Presta è il cardinal Ruini, o direttamente lo Spirito Santo). Io lo ascoltavo estasiato raccontare della sua risalita in motoretta fin dalla Toscana, coi peli delle gambe elettrizzati, poi si è anche trattenuto, presenziando alla proiezione del giorno della marmotta e successivamente all'aperitivo che siamo andati a prendere in un bar lì vicino. E' stato a questo punto che Cirri, da un tavolo all'altro, mi ha apostrofato ad alta voce: "Vittorio, secondo te qual è il messaggio del film?" e io nel pallone più totale (come sa il mio nome?) ho improvvisato una battutona "Il mezzo [pausa] Il mezzo è il messaggio". Accompagnandomi col gesto di uno che spartisce una fetta di torta. Sguardo vacuo o imbarazzato di tutti i presenti, Cirri incluso. Nessuno l'ha capita. O forse, come Woody Allen in Io e Annie, avrebbero voluto avere lì dietro una colonna Marshall MacLuhan in persona, perché mi intimasse "non dire stronzate".
La discoteca finale: della vergogna del proprio lavoro abbiamo già parlato, rimane la questione del guardare gli altri che ballano. Non starò a dilungarmi su questo mio imbarazzante limite, in due parole mentre gli altri sudavano vorticando nel sabba io stavo con la spina dorsale aderente a una colonna sul fondo, cercando la simbiosi mimetica con l'edificio (salvo che il pile arancione fluorescente non aiutava, ma a stare fermi faceva freddino): potrei cercarmi l'alibi dell'età e degli acciacchi, ma alla fine gli unici a non ballare eravamo io e una blogger (mia coetanea) che aveva anche un tacco dieci e sei chiodi nel ginocchio.
Se quest'anno mi impongono il trenino (brisgitebardòbardò) non ci torno più.
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Meteo MeToo Si prospetta l'estate più calda dell'anno.
(questa l'ho copiata da Phonkmeister che l'ha copiata da un altro, che comunque sono io)
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Obragrafica:
one two three four five
Il piccolo popolo che si manifesta sui bordi dei fogli durante telefonate, riunioni, attendereprego, e altre occasioni.
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Interreferenze:
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