giovani tromboni
è un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino, rimanendone conquistato. Io un po' mi ci riconosco (mi dà il destro per sentenziare), ciascuno poi ci si specchi quanto crede. Grazie a Google, ho poi scoperto che la definizione appariva già in una lettera di Mario Luzi a Giorgio Caproni. Correva l'anno 1959. |
venerdì 18 ottobre 2013 |
A volte ritornano, guitar edition Insomma, il primo plettro della mia vita. Un Galli thin in plasticaccia grigia, comprato nel 1975 a Genova. L'ho perso più volte negli anni, e per anni: una volta finì sotto al sedile posteriore della 131 di mio padre, lo trovò lui passando l'aspirapolvere prima di venderla; un'altra volta sparì per due anni, scivolato tra i tasti del pianoforte di mia sorella dove l'avevo appoggiato, lo trovò l'accordatore nello spazio sotto alla tastiera; poi è ricomparso inaspettatamente da tasche bucate di vecchie custodie per chitarra, un attimo prima di buttarle via. Non si contano le volte che ha alloggiato nascosto dentro alla cassa della chitarra classica. Gli altri plettri li ha seppelliti tutti. Ora, trentott'anni e come nuovo, l'ho passato a mio figlio. A dire il vero da qualche mese non so esattamente dove sia (il plettro, dico), ma non sto in pensiero. |
martedì 30 aprile 2013 |
L'innovazione La vecchina alla cassa del minimarket ha pantofole di feltro e quattro yogurt in mano. Vuole sapere come sfruttare i buoni sconto pubblicizzati sulla confezione. Signora, deve andare a casa, poi va sul computer. Sul computer. Sì, poi si collega all'indirizzo scritto qua sulla confezione, vede? Sì. Ecco, lì si deve registrare, e poi può accedere ai suoi buoni sconto. I buoni sconto, sì. Poi stampa i suoi buoni sconto e me li porta, e io glieli scalo. Va bene. Allora me li scala? No, prima deve andare sul computer. Sul computer. Scopri i nostri innovativi buoni sconto per i prodotti D***** che puoi stampare direttamente a casa tua. Inizia subito a risparmiare. |
domenica 16 Dicembre 2012 |
La politica spiegata (d)ai bambini Junior: «Ma se il PDL facesse le primarie, non potreste andare a votare anche voi così vince uno che vi piace un po' di più?» Distolgo lo sguardo dalla pentola che sto insaponando e lo fisso pensando che mi sono allevato in seno un piccolo renziano. Poi, dopo una breve pausa, prosegue: «Anzi no, potreste votare quello che poi non vincerebbe alle elezioni» Mi ridedico sereno alla pentola, pensando: piccolo dalemiano. |
mercoledì 12 Dicembre 2012 |
Fuffi Un bel po' di anni fa avevo un gruppo dalla formazione alquanto ondivaga. A un certo punto il batterista portò un cantante amico suo, del quale non ricordo nemmeno il nome ma solo il soprannome: Messner, a causa del folto e lungo pelo che ne ricopriva testa e viso. Cantare non cantava male, solo che ci metteva un certo eccessivo entusiasmo: in particolare quando ero impegnato in un assolo di chitarra si buttava ai miei piedi lanciandosi in scivolata sulle ginocchia, e mimando nel contempo un numero di air guitar di rara frenesia. Una volta mi sono scansato perché temevo mi leccasse la chitarra. Raccontavo queste cose a un altro amico musicista, che commentò: «ma è mansueto, almeno?» |
sabato 01 Dicembre 2012 |
Ode Canto di te, o zanzara famelica e tardiva che permuti il mio sangue con rivo di saliva. So ch'è la tua natura ma come dico sembre perché non migri altrove? Non vedi che è dicembre? |
giovedì 29 Novembre 2012 |
Le piccole cose che ti salvano la giornata Ho una bellissima matita, anzi un portamine, che dopo anni di onorato servizio ha smesso di funzionare: giri giri e la mina non va più né avanti né indietro, e nemmeno viene trattenuta. Essendo un bell'oggetto, e soprattutto un regalo, mi dispiacerebbe buttarla: così ho cercato per vedere se ci fosse qualche centro assistenza, ma niente. Allora vado sul sito del produttore (la Faber-Castell, la matita è questa), trovo un indirizzo email nella sezione "Contattaci", gli scrivo chiedendo se mi sanno indicare un servizio di assistenza/riparazione dei loro prodotti. Dopo circa una settimana mi arriva una mail di risposta: Gentile cliente, Martedì mattina preparo un pacchetto, vado in posta, per eccesso di zelo spedisco come assicurata. "Vuole anche la ricevuta di ritorno?". Ma sì, per 60 centesimi. Oggi, giovedì, è arrivato da Milano il corriere col portamine riparato. Gli hanno cambiato anche il gommino per cancellare e hanno riempito il serbatoio di mine nuove (ora che ci faccio caso, il controvalore di gomma e mine è circa pari alle spese di spedizione). Ora me ne vado a letto con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra. P.S. La ricevuta di ritorno non mi è ancora arrivata. |
sabato 24 Novembre 2012 |
Solo un pelato può capire Ero tentato di annoiarvi con un endorsement di venti pagine come tanti, forse troppi, hanno fatto ultimamente (e per quello sbagliato, per giunta). Invece mi limito a quanto nel titolo, e ribadisco solo quanto espressi qualche anno fa. |
giovedì 27 settembre 2012 |
lustri su lustri Oggi questo blog compie dieci anni. Nonostante lo trascuri, gli voglio ancora un po' di bene. |
sabato 21 maggio 2011 |
azeta (slight return) Per una volta lo schermetto LCD montato sullo schienale del sedile di fronte funziona. Attacca i tuoi auricolari MP3 (sic) alla presa, dice, con questo gesto risparmierai anche energia. Non mi è chiaro come, ma visto che gli auricolari che compaiono sullo schermo sono bianchi, identici ai miei, come sotto ipnosi eseguo. Per venti minuti passa lo stesso loop di immagini e musica, appoggio solo uno degli auricolari all'orecchio destro per attenuare l'effetto di attesa al centralino. Finalmente i programmi partono. Dopo un po' va via l'audio. Smanetto sui pulsanti all'interno del bracciolo, senza esito. Mi rassegno. Dopo altri venti minuti mi accorgo che non sentivo più niente perché l'auricolare era scivolato via, e la pressione che percepivo ancora nell'orecchio era quella dovuta all'aereo. Ho rimesso l'auricolare, anzi a questo punto entrambi, e ho ascoltato musica che non mi piaceva per il resto del viaggio. |
giovedì 19 maggio 2011 |
azeta Ho scelto accuratamente il posto sull'aereo facendo il check-in via web. Quando mi siedo mi accorgo che al sedile davanti ho due bambini (due e quattro anni, ad occhio). Di fianco un tizio alto si è sfilato le scarpe fighette e dorme, perfettamente scalzo, già prima del decollo. Due file più avanti un signore anziano sta smaniando. Siamo appena decollati, l'aereo è ancora diagonale, e lui si alza facendo spostare il vicino. Si infila nel bagno anteriore. Penso che vomiti. Fisso il dormiente scalzo e mi chiedo come fa a stare coi piedi direttamente sulla moquette, ma ironia della sorte sento che sono le mie suole che si stanno attaccando al pavimento. Sposto un po' la borsa per guardare meglio: sotto al sedile c'è un tappeto di caramelle gommose mezze succhiate. Il signore che vomita si è alzato altre tre volte, visitando i restanti bagni dell'airbus. Sta per tornare al suo posto ma si ferma e si siede deciso accanto a me. «E' libero?» chiede. |
giovedì 05 maggio 2011 |
Scimmie nude Pensavo alla tristezza della condizione umana, a come siamo schiavi di spazzolini, fili interdentali, collutori, gommine, costose detartarasi. Magari avessimo un animaletto simbionte, che so io, uno scarafaggetto o un colibrì, che dopo ogni pasto mentre pennichiamo a bocca aperta venisse a fare pulizia dei residui, ablazione del tartaro, ci lucidasse un po' lo smalto. E se fosse gommoso e all'aroma di menta potremmo masticarcelo a lavoro finito (la riconoscenza non paga in questa giungla che è il mondo animale). |
lunedì 18 aprile 2011 |
Ulteriori mitomanie Ma anche facendo il militare, durante il CAR nelle inospitali lande di Macomer, c'era un tipo di Roma che accompagnai a comprare una specie di mangianastri (o meglio un walkman con un paio di microcasse incorporate): entrò nel negozio, sborsò senza battere ciglio trentamila lire o una cifra simile, buonasera, buonasera. Neanche un quarto d'ora dopo, rientrati in caserma, spiegava a tutti che quella del negozio era una cara amica di sua zia e che gliel'aveva fatto pagare cinquemila lire invece di trentamila. Il tutto con me presente, senza minimamente preoccuparsi del fatto che io potessi reggergli il gioco o sputtanarlo alla grande. |
mercoledì 13 aprile 2011 |
Altre mitomanie C'era poi un tipo al secondo anno di liceo che un giorno arrivò tutto inchiavardato in un busto, e sosteneva di essere caduto a Vallelunga durante una gara delle 500 cc. |
martedì 12 aprile 2011 |
Mitomanie Ho incontrato un vecchio amico che mi ha ricordato una storia risalente alla settimana bianca della terza media: c'era un altro ragazzino che sosteneva di far parte della nazionale austriaca di Ovindoli. (ovviamente, una volta sulle piste, ci mettemmo tutti comodi ad aspettare la sua prima discesa. Arrivò un pezzo alla volta, una citazione letterale di Fantozzi) |
lunedì 28 febbraio 2011 |
Capovolgimenti di fronte Quando nel 1978 arrivarono i cartoni animati giapponesi, il luogo comune imperante era che fossero brutti perché fatti col computer, mica come quelli Disney, cesellati a mano, ah che belli. Posto che brutti erano brutti davvero, il fatto è che l'animazione povera e ripetitiva nulla aveva a che fare coi computer, sia perché spesso era roba vecchiotta, sia perché il Giappone era un grande produttore di elettronica ma non un altrettanto grande consumatore di informatica, specialmente personale (col sistema di scrittura come ostacolo principale). Ci ripensavo ora, trent'anni dopo, quando è la Disney a dominare tra i cartoni (bellissimi) fatti veramente col computer, mentre il Giappone è ormai il baluardo dell'animazione tradizionale di qualità. |
mercoledì 26 gennaio 2011 |
Piccole mele Il vero problema della musica italiana è che tutti gli artisti che hanno raggiunto un certo successo si sentono in dovere di dimostrare al mondo, oltre a un qualche impegno verso temi importanti, la capacità di una visione intima e profonda. Si cimentano insomma in quello che chiamo il canto degregoriano: più che una politica dei piccoli passi, una poetica dei piccoli pezzi. Le cose semplici di una volta, espresse con parole piane e ricche di vocali rassicuranti. Per non farmi trovare impreparato se mai gli eventi decidessero di travolgermi, ho deciso nottetempo, a lume di candela, di dotarmi della mia, che ho chiamato: PANE E SALAME pane e salame, castagne e pane lana e cotone e cotone, e fame dalla finestra vedo una nave sopra la panca la capra, e il pane zuppa di cavoli ed aspartame perché lo zucchero ci può far male (una patologia rivierasca del canto degregoriano, detta il salto del fossati, prevede che «vedo una nave» sia sostituito sempre da «si sente il mare») |
lunedì 24 gennaio 2011 |
La luce viola Libri che ho comprato solo per il titolo: Morte malinconica del bambino ostrica Brevi interviste con uomini schifosi La più grande balena morta della Lombardia Non so se c'è uno schema ricorrente, ma se gli editori lo scoprono sono fregato. |
domenica 26 Dicembre 2010 |
Tenere duro «Ma Babbo Natale come fa a costruire i giocattoli uguali a quelli dei negozi? Li copia?» «Ma no, ti porta quelli veri, mica dei tarocchi» «Allora li compra?» «Non proprio. Ha una convenzione.» |
lunedì 15 Novembre 2010 |
Lonely Planet Al forno: un panettiere sta servendo una ragazza che capisco poi essere cubana. Quando un secondo panettiere si affaccia gli fa «Mario, questa è di Cuba, dove vuoi sempre andare tu». L'altro fa una faccia un po' così: «Ma no, ma de che, chi l'ha detto, mica io, ce vogliono andare tutti, si sa perché, tipo l'altro posto lì, come se chiama, la tailandia». A questo punto è la ragazza che replica piccata «C'è una bella differenza, eh. Da noi se una ragazza maggiorenne decide di fare qualcosa sono affari suoi, là invece ci sono i minorenni». Gelo. Dopo che è uscita il primo panettiere lancia uno sguardo di rimprovero al secondo, e quello: «aho, ma che ne so io de viaggia', io al massimo so' stato a Frosinone». |
domenica 07 Novembre 2010 |
Dolcetto o scherzetto Junior, di ritorno dalla gita scolastica al castagneto di Antrodoco: «Babbo, c'è una sorpresa nel mio zainetto!». Frugo, senza trovare niente se non resti di merendine e paccottiglie affini. «Cerca meglio, è sul fondo». Infilo la mano con decisione, poi la estraggo con un centimetro di spina di riccio infilata sotto l'unghia. |
sabato 30 ottobre 2010 |
Una vita difficile Da bambino ero convinto che la canzone "Maramao perché sei morto, pane e vin non ti mancava" fosse riferita a Marcellino pane e vino, ma non mi spiegavo molto il motivo del soprannome al di là dell'assonanza iniziale. Marcellino parlava con un tenebroso Cristo crocefisso e forse per questo motivo moriva. Anche se poi scoprii con sollievo che era sopravvissuto e continuava le sue conversazioni, facendosi chiamare Don Camillo. Ad ogni buon conto quando vidi Fratello sole sorella luna di Zeffirelli, giunti alla scena in cui il Cristo dipinto apre gli occhi, mi venne da gridare terrorizzato: "attento France', fai finta di niente, che se ci parli dopo tre giorni muori". (quando infine arrivai a Pablito Calvo Sotelo la mia confusione fu completa) |
lunedì 18 ottobre 2010 |
Cani e padroni di cani L'arte dello schivare merde camminando veloci con un occhio a tuo figlio che si allontana in bicicletta e uno al marciapiede viene messa fatalmente in crisi da un saluto proveniente dal marciapiede opposto: i cinque secondi di rotazione della testa necessari a verificarne la provenienza ed eventuale pertinenza coincideranno sempre con l'imposizione della suola sul prodotto fumante di uno sfintere canino. |
mercoledì 06 ottobre 2010 |
Titoli derivati Nonostante abbia domiciliato tutto il domiciliabile, tre o quattro volte l'anno mi tocca andare fisicamente all'ufficio postale. Non che mi pesi molto, ormai sono ben organizzati, ci sono i numeretti, c'è da sedersi, c'è pure l'angolo negozio con la cancelleria e un'esclusiva selezione di libri. Biglietto A058, stanno ad A042, ho tempo di dare un'occhiata. In tre minuti mi sono reso conto che esiste un inferno dei titolisti italiani, o forse un inferno dell'editoria tutta, ma non ci dilunghiamo, lasciamo parlare i titoli: Uomini che odiano le donne La ragazza che giocava col fuoco La bambina che scriveva sulla sabbia Il cavaliere che aveva un peso sul cuore Il mio amico Padre Pio L'ultima messa di Padre Pio Promessi vampiri Leggere Lolita a Teheran Cenerentola a Kabul Sognando Jane Austen a Baghdad Ti vengo a cercare Le brave ragazze combinano guai Il club delle poche ma buone Perché gli uomini lasciano sempre alzata la tavoletta del water... e le donne occupano il bagno per ore? Perché gli uomini possono fare solo una cosa per volta e le donne ne fanno troppe tutte insieme? Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere? Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi? Perché gli uomini sono fissati col sesso ...e le donne sognano l'amore? Perché gli uomini sono stronzi e le donne rompicoglioni Perché gli uomini odiano le donne e le donne se non sono a Kandahar non leggono un cazzo? N.B. solo uno è inventato. |
mercoledì 23 giugno 2010 |
Customer Care Per il compleanno mi sono arrivate due mail automatiche di auguri: una da Nital, che voleva 170 euro per ripararmi un obiettivo che mi si è smontato in mano (nuovo, tenuto religiosamente) ed era coperto dalla loro garanzia di quattro anni, evidentemente utile solo a evitare che gli allocchi risparmino qualche lira comprando da importazioni parallele; l'altra da Direct Line, che dopo quasi quattro mesi e due diversi periti continua a fare manovre dilatorie e ancora si guarda bene dal risarcirmi un sinistro ben poco interpretabile (io parcheggiato, tipa che per telefonare mentre guida perde il controllo della macchina e mi distrugge la fiancata). Però mi hanno fatto gli auguri, ora sì che si sono riconquistati un cliente, come no. |
mercoledì 31 marzo 2010 |
Omnia vincit Mentre ero imbottigliato sull'Olimpica, ho abbracciato in un unico sguardo i manifesti «L'AMORE VINCE SEMPRE SULL'ODIO E SULL'INVIDIA» e i SUV e le Smart che sfrecciavano sulla corsia di emergenza. Mi è sembrata una sintesi perfetta. |
domenica 07 marzo 2010 |
Posso rimettere l'orologio Peggio del giorno della marmotta: www.fozzdances.com/blog/ e seidimoda.repubblica.it P.S. perlomeno anche a loro è venuto un sospetto: E' ormai un appuntamento fisso da molti anni |
giovedì 11 febbraio 2010 |
Finestrelle «e qua, se non ti posso passare a prendere, rischi di far tardi» «'TACCI» [attimo di sconcerto] «no junior, si dice semmai "accidenti"» «no, no, tacci!» «ma non si dice, è molto brutto, chi te l'ha insegnato? dove l'hai sentito?» «ma perché? prendiamo un tacci. oppure l'autobus» (ricordarsi degli effetti collaterali del cambio dei dentini) |
martedì 19 gennaio 2010 |
L'ultimo dei flaiani E alla fine, a 99 anni, se ne è andato anche Aldo Buzzi (è successo il 9 ottobre scorso, l'ho scoperto oggi). Da non confondere con Aldo Busi, era architetto, scenografo e sceneggiatore (altre due cose che qualcuno confonde), ma soprattutto molto altro. Non vanno persi i suoi (pochi) libri, i suoi dialoghi e carteggi con l'amico Saul Steinberg, le sue epifanie inaspettate (leggi La fine della strada di John Barth e scopri che il traduttore è lui; leggi Le ombre bianche di Ennio Flaiano e trovi in appendice la lettera che l'autore scrisse a Buzzi, che ne era coetaneo, come suo referente in Rizzoli). Se interessa, qualche link: Aldo Buzzi - Wikipedia ADDIO AD ALDO BUZZI TALENTO SURREALE - Repubblica Aldo Buzzi - ricerca su Repubblica Aldo Buzzi, è morto a 99 anni il più giovane dei nostri autori - il Giornale Addio ad Aldo Buzzi - Chorus Aldo Buzzi - e niente Libri di Aldo Buzzi - IBS.it |
giovedì 31 Dicembre 2009 |
Karmageddon Oggi tornavo dall'aver acquistato un frigorifero, e uno scooterista isterico mi ha gridato «testa di cazzo» perché in un ingorgo, facendo tutto da solo, si è incastrato nei trenta centimetri che mi separavano dalla macchina davanti. Dal sedile posteriore mi è arrivata la voce di Junior: «perché ha detto testa di cacco?». Poi siamo andati al cinema, e sulla mia poltrona ho trovato un portafogli gigante, una specie di sleppa di quaranta centimetri per quindici, che dalla cerniera aperta si rivelava gonfio di contanti. L'ho chiuso e consegnato alla cassa del cinema. Solo dopo ho riflettuto sull'acquisizione di punti karma (o sull'ultimo film dei Coen). Comunque, si era lì per vedere "La principessa e il ranocchio", in una sala occupata per lo più da bambini tra i quattro e i sei anni. Partono i trailer, l'Alice di Tim Burton fa un po' paura, ma passi. Il brutto è quando passano quello di "Natale a Beverly Hills". Giudicate voi se è adatto a quel pubblico. (se non avete la pazienza, vi anticipo la battuta finale «se la deve pija' 'nderculo, tesoro») TRAILER |
giovedì 05 Novembre 2009 |
The Time Machine, o il senno di poi Al solito, vai a prendere un giornale vecchio per sacrificarlo a faccende casalinghe, e rimani a leggere ipnotizzato di un passato che sembra lontanissimo e a stento ricordavi. Corriere della Sera, venerdì 18 maggio 2007, un anno di governo Prodi. Pagina due, titolo: Prodi e il primo anno:e sotto: «Resto fino al 2011. Ora piano casa e riduzione dell'Ici» Sopra, in uno stelloncino tondo, foto del ministro Bersani col sigaro in bocca, accanto al titolo "Le liberalizzazioni". Altrove, citati il ministro della salute Livia Turco e il ministro dei beni culturali Francesco Rutelli. A pagina trenta, titolo: Fuksas e Piano, via alla rivoluzione dell'Eure nell'articolo: «Il complesso — spiega il presidente Cuccia — sarà realizzato in due tempi, la parte con dentro la Nuvola sarà pronta entro il 2009». Si parla anche di due grattacieli da cento metri "che svetteranno entro il 2009", uno progettato da Franco Purini, l'altro da Gianni Ascarelli (o Jean Ascarel, come lo chiamavamo tra noi quand'era il nostro assistente all'esame di progettazione urbana). Morale: quanti anticipi, quanti ritardi. |