giovani tromboni
In the age of Umbilicus
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Soffitta:
giovani tromboni

è un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino, rimanendone conquistato. Io un po' mi ci riconosco (mi dà il destro per sentenziare), ciascuno poi ci si specchi quanto crede. Grazie a Google, ho poi scoperto che la definizione appariva già in una lettera di Mario Luzi a Giorgio Caproni. Correva l'anno 1959.

29.3.03

L'ora è fuggita
Ricordatevi che stanotte scatta l'ora legale. Se è legale o legittima non ricordo bene, ma è ugualmente fastidiosa. Poi, una volta scattata, dicono che a quel punto è inutile discutere: ci dobbiamo adeguare.

Sentenziato da Vic | 12:30
27.3.03

When the coffeepot hits the fan
Quando dico "mi è esplosa la Brikka" - qui e qui - faccio evidentemente uso di un'iperbole, riferendomi al massimo allo spruzzo diffuso (in verità per un raggio sorprendentemente ampio) del caffé in ebollizione e a pressione. Come spesso capita, la realtà riesce a superare l'elucubrazione immaginifica, e a qualcuno la Brikka è esplosa veramente.

Si tratta dei suoceri di un caro amico, che da quando ha acquistato la macchinetta digitale fotografa qualsiasi cosa animata o inerte; così abbiamo la foto anche del fall out torrefatto. Notate la posizione del ventilatore da soffitto, e pensate all'effetto moltiplicatore delle pale, se fosse stato acceso: colpire con mezza caffettiera il tipo in canottiera che staziona in permanenza sul balcone di fronte, deve essere qualcosa.

Sentenziato da Vic | 21:53
24.3.03

Un nome, un destino
Oggi sono stato al cinema, a vedere un bellissimo film di Nicolas Philibert. Nella sala accanto davano un film di Marco Filiberti. Si vede che con qualcosa spinge i filiberti a cimentarsi con la macchina da presa.
Per un cambio di iniziale Oliviero Diliberto è finito a fare il politico, ed Emanuele Filiberto... boh, diamogli tempo, un talento sottaciuto. Mi dicono che ho sbagliato: sottaceto.

Tra l'altro, in un vecchio programma che scrissi, esauriti i nomi di variabili significativi a causa dell'orrendo spaghetti coding da me praticato, me ne uscii con la variabile "filibertami"; con l'accento sulla "e", imperativo di filibertare. Ancora mi chiedo perché, giuro.

Sentenziato da Vic | 00:54
23.3.03

La borsa e la vitaCercando di verificare on line l'esile consistenza del mio conto in banca, ho cliccato sul pulsante sbagliato e sono finito a scoprire chi sono "I 10 MIGLIORI A PIAZZA AFFARI" e "I 10 PEGGIORI A PIAZZA AFFARI".In prima posizione vedo che WAR PARMALAT F tira su il 104.78%; tra gli altri migliori ci sono WAR BP COM, WAR DANIELI, WAR NECCHI e WAR PREMAFIN. Caspita, la guerra rende, eh? Ma possibile che, con prontezza superiore a un instant book di Bruno Vespa, tirino fuori in due giorni un titolo bellico latticino?Epperò, tra i peggiori ci sono WAR BIM, WAR IMPREGILO e WAR IMM LOMB. Mi sorge il dubbio che "WAR" stia per qualcos'altro. Non so nemmeno se ho voglia di appurare cosa.

Sentenziato da Vic | 15:14
22.3.03

Oba obaMi ritrovo nella cassetta delle lettere (quella vera, con lo sportello e la chiavetta) l'invito ad un convegno. Non ho la minima idea del perché mi invitino, però c'è un paragrafo interessante:"Il tradizionale momento di socializzazione ha quest'anno carattere ludico: alla fine della prima giornata ci riuniremo nei locali dell'Auditorium per partecipare ad un'allegra Serata Brasiliana".

Sentenziato da Vic | 11:17
17.3.03

Me l'aspetto
Non bisognerebbe mai fare processi alle intenzioni, ma mi si chiude lo stomaco all'idea di poter incontrare certi commenti alla vicenda della pacifista americana stritolata da un bulldozer. Come al solito le versioni di ciascuna parte sono molto diverse, per quanto le foto comparse su siti schierati o meno bastino ad escluderne alcune di comodo.

I commenti, dicevo; temo assai di leggere cose sul tono di "se l'è cercata", perché da poco ne ho lette di analoghe riguardo al povero Raffaele Ciriello. Nessuno, se non è un suicida, si va a cercare una mitragliata in pancia o di finire sotto un cingolo. Ci sono professioni e scelte che comportano il correre dei rischi, e credo che ciascuno ne sia cosciente: ma mettere in conto un rischio estremo non significa perseguirlo come fine. Liquidare così certe tragedie, casomai per contrastare la costruzione di un martire da parte di una fazione avversa, è comunque un atteggiamento vigliacco.

Per fare meglio mente locale, penso al ragazzo che ai tempi di Tien An-Men bloccò una colonna di carri armati agitando delle bandierine: se fosse finito spappolato, quanti di noi avrebbero pensato "se l'è cercata"?
E Ilaria Alpi, e Maria Grazia Cutuli? E il poliziotto ammazzato sul treno? Tutti avevano scelto bene o male di correre dei rischi, vogliamo dire che pure loro se l'erano cercata? Ci si può veramente permettere di fare dei distinguo, su queste cose?

Sentenziato da Vic | 14:57
15.3.03

Dalla Camera alla camera
La spettacolarizzazione della politica è un evento in sé negativo, ritengo. Esso si articola in due fasi: trasferimento del dibattito dai luoghi deputati a quelli catodici, e conseguente prestito (spesso permanente) di personaggi dello spettacolo alla politica. Però a questo, dai tempi del caro vecchio Ronnie Reagan, ci abbiamo fatto il callo. Certo, la Carlucci... insomma, ci abbiamo quasi fatto il callo.

Invece mi si è accesa la lampadina rossa dell'allarme istintivo quando l'altro pomeriggio, facendo zapping, ho beccato l'ex presidente della Camera dei deputati che conduceva il suo programmuccio televisivo. Sarò io che prendo questo capovolgimento di flusso come una cartina di tornasole di una situazione ormai irreparabilmente compromessa, o la mia lampadina fa bene ad accendersi?

Nella pagina di presentazione del programma si dice: "Giudice imparziale e presenza rassicurante, Irene Pivetti accompagnerà ogni giorno il protagonista della puntata verso la sua scelta". Presenza rassicurante? Sfido gli autori a trovarmi un personaggio più inquietante della Pivetti, poi ne riparliamo, eh.

Noto ora come ho sempre usato il termine "personaggi" in luogo di "persone"; dovrei approfondire la differenza di significato tra i due termini.

Sentenziato da Vic | 16:25
13.3.03

De targa
Qualche minuto fa, ad un semaforo, mi sono trovato di fronte una macchina targata BL000CG. Quindi esisterà, da qualche parte, anche una macchina targata BL000GG. La voglio, sono disposto a comprarmi una macchina usata, ma la voglio.

Sentenziato da Vic | 01:38
9.3.03

Storie della colonna destra
In questo blog la colonna centrale viene aggiornata con una discreta frequenza, non proprio quotidiana, ma certe volte è il pensiero che conta; la colonna sinistra, avendo a che fare coi libri da comodino, figuriamoci; ma la colonna destra è la più trascurata. Così, per ravvivare l'ambiente, ho deciso di apportare alcune importanti modifiche anche a quella desolata plaga.

Innanzitutto ci sono due nuovi link nella sezione Interreferenze: uno a Il posto di Antonio perché parla in modo interessante di cose Mac, ha scritto una bella serie di post sul WiFi (proprio quando mi sono messo ad approfondire l'argomento), e sta rivolgendo degli strazianti appelli a Wittgenstein perché lo reintegri nella sua lista di links ai blogs (sic, Wittgenstein ha il vezzo dei plurali sibilanti). Cerco nel mio piccolo di contribuire.

L'altro link è a YAFB (Yet Another F***ing Blog), opera di un citato amico milanese, che l'altro giorno commentava così un mio sofferto sforzo creativo:
"Tiene sul comodino Flaiano e Calvino a mo'di bombola d'ossigeno, che persona colta e raffinata!
La notte, quando si corica subito dopo aver vergato qualche sapida annotazione sugli accadimenti del giorno, poco prima di soffiare sulla bugia che rischiara la sua spoglia cella monacale (un letto, un tavolaccio ed un inginocchiatoio gli unici arredi) ama pascersi e ritemprarsi con qualche ficcante aforisma dell'acuto pescarese."

Questo è l'uomo che dieci minuti dopo ha aperto un suo blog, raccontandoci le appassionanti vicende dei tubi che ha in cucina.

Poi ci sarebbe da dire che entrambi i blog (come pure Giallo diVino e il 90% di quelli ospitati su blogspot.com) usano il medesimo template blu e grigio. Non è l'abito che fa il monaco, ma anche due paillettes cucite sul saio non disturberebbero.

Ultima novità, ho aggiunto una sezione chiamata Obragrafica, che dà conto della mia costante opera di scarabocchiatore ai margini. Non appena squilla il telefono, inizia una riunione, o si pianta il computer (questo non più, con MacOS X), entro in una specie di trance e vengo posseduto dallo spirito del pitore di santini, quello dell'omino bufo, per chi se lo ricorda.

Sentenziato da Vic | 12:50
7.3.03

Forza Italia contro la Guerra
Succedono cose strane.
Primo, su Repubblica.it leggo il titolone "Friuli, il Polo candida la Guerra - Forza Italia, dimissioni a catena" e mi s'intenerisce il cuore al pensiero di una spaccatura nel fronte interventista. Invece la notizia parla di miserrime beghe elettorali, e riporta la foto della Guerra, che di nome fa Alessandra.
Secondo, Camillo si prende una vacanza, smette di passare in rassegna le truppe e linka una di quelle sane cazzatone che di solito ti ritrovi in mail in quadruplice copia: una da un collega, una da un cugino, una da un amico, una da una tizia che non conosci ma che è finita qualche volta nel mucchione degli indirizzi insieme a te.

Sentenziato da Vic | 00:00
6.3.03

Così, per farmi bello
Mi ero ripromesso di non farlo, e invece: parlerò di Sanremo. Di quanti contatti mi leghino al festival, tanto da poterne essere considerato una specie di influentissima eminenza grigia.

Ad esempio: quest'anno abbiamo Alex Brikka coi suoi settemila caffé. Battutona. A parte le facezie, io nel 1989 ho condiviso il palco con Britti: al teatro in Trastevere, non ancora ristrutturato in multisala, c'era uno spettacolo di beneficenza per giovani disadattati. Ho capito solo dopo che i giovani disadattati eravamo noi sul palco, comunque: dietro le quinte Britti girava a torso nudo, già sudatissimo, con la chitarra elettrica (staccata), svisando silenziosamente come un forsennato. A causa dei caffé, probabilmente. Poi ha suonato - era ancora il suo periodo blues, come Picasso - mentre noi sul retro facevamo le prove con un batterista appena incontrato (certo Giuliano, detto "er pigna"), senza strumenti, mimando i pezzi in stile "indovina il titolo". Quando è stato il nostro turno, ho attaccato la chitarra all'ampli di Alex Britti. Lui non lo sa, ma io ho suonato col suo ampli.

E non finisce qui: la classifica stilata da Gianluca Neri riporta all'ultimo posto:
31. Volevo dirti (Donatella Milani) 1983
Qua un'ondata di ricordi mi assale. Sì, perché se si fa una piccola ricerca sulla carriera della Milani, si trova sul sito ottantaedintorni questa frase:
"Sull'onda del successo nel 1984 si ripresentò a Sanremo con un brano, "Libera", scritto insieme a Filistrucchi e Putzolu e con il quale raggiunse la finale."
Può sembrare incredibile, ma io con Putzolu ci ho suonato regolarmente, nel 1981: un periodo nel quale forgiai il mio stile chitarristico, allora ancora acerbo.

Ora vogliate scusarmi: potrebbe chiamare da un momento all'altro Mario Luzzatto Fegiz.

Sentenziato da Vic | 12:57
3.3.03

Renzo piano
L'altra sera, nella trasmissione L'infedele di Gad Lerner, si parlava di cose televisive. Tra gli altri, mi ha colpito un volto a me ancora ignoto, che in didascalia si qualificava come Luca Josi di Einstein Multimedia; e non per le fattezze, ma perché in difesa di Alda D'Eusanio ha sostenuto con scioltezza "Anche Mozart ha riempito Il flauto magico di flautolenze". Ora, posto che non ci vuole Einstein per capire che le flautolenze servono al più a pescare pifferi, mentre se intendeva parlare di puzzette (o peti, o scorregge, o renze) poteva limitarsi a dire flatulenze, ho deciso comunque di saperne di più.
(Lo so che certi lapsus sui dittonghi possono scappare, ma pensate a quelle voci eroiche che ogni giorno alla radio pronunciano "meteorologico dell'aeronautica" senza inciampare).

Ticchettacche ticchettacche picchiettando sulla tastiera col solito Google, mi si è aperto un mondo. Primo, a dispetto del nome Einstein Multimedia non è una web agency di quelle che vanno in rovina a frotte ultimamente, ma un venditore di format televisivi, che fa anche incursioni nel settore (incerto) dei telefonini di ennesima generazione.

Secondo, Luca Josi - più giovane di me - ha però un passato di un certo spessore, ripercorso sapidamente da Filippo Facci in un articolo per il Foglio domenicale (lo si trova qui, su Dagospia). In sintesi, fu giovane promessa socialista nonché delfino di Craxi negli anni del tramonto, come in qualche misura sembra di capire lo fu lo stesso Facci. Io, quanto a delfini di Craxi, ero rimasto fermo a Martelli, come insegnavano le striscie disneyane di Angese. Qua invece scopro un affollarsi di delfini che manco a Rimini. Vabbé.

Tracciati una serie di puntini sul foglio, inteso come A4, possiamo cominciare a congiungerli per vedere che disegno ne esce. Einstein Multimedia ha avuto ad esempio un contenzioso con Aran Endemol per la somiglianza tra "Quiz Show" e "Chi vuol essere milionario"; d'altronde il mercato dei format televisivi è spartito proprio tra Einstein Multimedia (di un delfino di Craxi), Aran Endemol (di Marco Bassetti, marito di Stefania Craxi), e Maurizio Costanzo Comunicazione (di uno iscritto allo stesso club di un buon amico di Craxi); Luca Josi (detto Hammamet express per l'assiduità delle sue frequentazioni) parlava di meteorismi nobili in difesa di Alda D'Eusanio (che ad Hammamet perlomeno telefonava); eccetera, ma mi fermo qua.

Guardo il risultato, ma è una matassa incomprensibile di collegamenti. Ecco, ruotando il foglio e provando un'associazione di idee a mo' di test di Rorshach, mi sembra di distinguere un Berlusconi incappucciato. Vedi la psiche umana quali scherzi combina.

Sentenziato da Vic | 13:45

Mac against war
Adam Engst è un personaggio fondamentale per chi si interessa di cose Mac: dal 1990 pubblica con ammirevole costanza ed impegno TidBITS, una newsletter settimanale di ottima qualità, e credo sia riuscito pure a tirarci su qualche soldo. Nel mio Olimpo personale di melomane (iridato) siede alla destra di Guy Kawasaki, sotto lo sguardo benevolo di Bill Atkinson, per capirci.

Negli anni, tra le righe, i lettori hanno potuto seguire anche le sue vicende private, i traslochi, i cambi di hardware, di lavoro, il matrimonio con Tonya, un brutto incidente, la nascita del figlio, eccetera: uno spaccato di vita americana. Per questo ritengo opportuno segnalare un articolo dall'ultimo numero della newsletter, stavolta esplicitamente personale:
A Personal Statement on War in Iraq.

P.S. una volta su TidBITS ci ho fatto capolino pure io.

Sentenziato da Vic | 11:36
2.3.03

Gotcha!
Lo spunto per il nome di questo blog, come scritto qua sopra, mi è venuto tempo fa leggendo una frase di Italo Calvino. Da allora non l'ho più ritrovata, pur sfogliando ripetutamente il libro, che tengo sul comodino insieme al Diario notturno di Flaiano, a mo' di bombola di ossigeno.
Poi, l'altro giorno, ci sono tornato a sbattere, ed ecco le coordinate: già in Saggi 1945-1985 (Mondadori 1995) lo scritto è riportato in Mondo scritto e mondo non scritto (Mondadori 2002), a pagina 156, col titolo Un progetto di rivista (1970).

Riporto il passo saliente:
"Non che fuori d'Italia si stia meglio, però. A una prima occhiata si direbbe che il discorso della letteratura quale era ben vivo in Europa e in America ancora poco dopo la Seconda guerra mondiale, un discorso di rapporto dell'uomo col mondo, un discorso filosofico e morale e storico e civile, che la letteratura contrapponeva a verifica o ad antitesi di quello della teoria, questo discorso - tutto interrogativo e volontario - pare piantato lì. Da una parte le tendenze tecnicistiche come la «nuova scuola» francese che pare vogliano conformare la letteratura al tipo di problematica - più rigorosa forse ma ben più limitata - che è stato fin qui proprio delle arti figurative; dall'altra i giovani tromboni della rivolta incondizionata come quelli americani della «beat generation»."

Già che ci sono, ecco anche il passo della lettera di Mario Luzi a Giorgio Caproni, datata 20 luglio 1959:
"Carissimo Giorgio,
del tuo Seme del piangere non credo di poterti dire di più, ora, se non che mi ha fatto e mi fa veramente piangere. Tu capisci. Componimenti come Ad portam inferi che traducono il dolore in quella grazia meravigliosa son veramente un esempio di sublimazione: e si capisce allora che il male entra nella storia (non nella STORIA dei nostri giovani tromboni) a generare umile vita e riscatto da se medesimo, trasparenza, luce. E' quello che a me occorreva sapere. E tu l'hai detto con quella castità e affabilità che ha raggiunto la tua arte."


In entrambi i casi, lo riconosco, la connotazione è alquanto negativa. Ma vi dirò: son giovane trombone, and proud of it.

Sentenziato da Vic | 19:53
Obragrafica:

Il piccolo popolo che si manifesta sui bordi dei fogli durante telefonate, riunioni, attendereprego, e altre occasioni.

Interreferenze: