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giovani tromboni
è un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino,
rimanendone conquistato. Io un po' mi ci riconosco (mi dà il destro
per sentenziare), ciascuno poi ci si specchi
quanto crede.
Grazie a Google, ho poi scoperto che la definizione appariva già in una lettera
di Mario Luzi a Giorgio Caproni. Correva l'anno 1959.
P.S. leggo ora, con colpevole ritardo, che nel 1994 Tommaso Labranca invitava a trasformarsi in Giovani Salmoni (Andy Warhol Era Un Coatto - Castelvecchi),
andando contro la corrente del consenso collettivo. Non c'è un collegamento diretto coi giovani tromboni, ma una bella assonanza certo sì.
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sabato 07 aprile 2007
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Lo dicevo io (gne gne gne) Il tema della gerontocrazia si guadagna la copertina del settimanale economico "il Mondo", con un'intervista a Enrico Letta e un trafiletto di Andreotti (che a 27 anni era deputato e a 28 al governo).
Letta dice due cose condivisibili:
primo, che il suggerimento di imporre le dimissioni oltre una certa soglia di età è solo una provocazione utile (e infatti non ha firmato l'appello), ma che il nodo è favorire la competizione invece della cooptazione (e sul concetto di "competizione versus cooptazione" ribatte più volte);
secondo, testuale: occorre dare a tutti un orizzonte stabile, pre-requisito per costruire un percorso di carriera ragionando a lungo termine. Se la priorità è la sopravvivenza quotidiana, senza certezze per il domani, certo una persona non si mette a pensare di diventare classe dirigente.
Io pochi giorni fa dicevo:Come si vuole che delle generazioni cresciute nell'insicurezza, che non sanno se si possono permettere di mettere su casa e di fare figli, possano produrre linearmente una classe dirigente? Il problema è che i meccanismi di cooptazione ai vertici passano ancora in gran parte (e temo in maniera nuovamente crescente) per linee dinastiche, familistiche, di conoscenze
Mi sembra che qualche punto di contatto ci sia.
Anche Claudio Caprara ha un moto d'insofferenza verso "La retorica del largo ai giovani": L'iniziativa di Luca Josi di qualche giorno fa ha più il sapore di un defilé che la proposizione di una piattaforma di rivendicazioni e di proposte. Poi, a mio parere, al di là dell'appartenenza anagrafica il problema è avere idee convergenti e tra i firmatari di quell'appello c'è davvero di tutto.
(Da non perdere, in fondo al post di Caprara, la riproposizione di questo articolo da un Ciao2001 del 1971, in particolare la foto che ritrae nell'ordine: Paolo Giaccio, Carlo Massarini bambino coi capelli e il maglione di Claudio Baglioni, Mario Luzzatto Fegiz vestito da ex calciatore inglese, Mariù Safier prima del CCISS viaggiare informati, e Richard Benson implume e non ancora borchiato).
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domenica 01 aprile 2007
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Era "Romanza" Lettura troppo distratta del Trovaroma:
La "Paranza" di Schumann a Santa Cecilia
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Good Morning Stamattina, dopo la doccia, inspiro la prima zaffata d'aria calda che mi arriva dal phon.
Anche lui, appena sveglio, ha l'alito cattivo.
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Superalcolici Festa di bambini, mentre il pagliaccio è lì assediato che annoda palloncini io mi tengo in zona provviste, nel raggio massimo di un metro e mezzo dal pan brioche. All'improvviso dietro alle aranciate adocchio una bottiglia di Cointreau. Con fare disinvolto allungo il braccio, svito il tappo e sotto trovo uno di quei dosatori intagliati in plastica, generosi in maniera variabile al ruotare della bottiglia. Non ci azzecco mai al primo colpo, e infatti non una goccia scende nel bicchiere. Comincio a ruotare la bottiglia, operazione resa scomoda dalla forma quadratozza. Niente, neanche una goccia. Ruoto ancora. Niente. Comincio ad agitarmi e ad agitare la bottiglia, e a considerare se ho a che fare con uno strato invincibile di zuccheri rappresi oppure con una candid camera. Un paio di madri iniziano ad osservarmi. Alla fine mi sono allontanato facendo finta di bere dal bicchiere totamente vuoto.
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Obragrafica:
one two three four five
Il piccolo popolo che si manifesta sui bordi dei fogli durante telefonate, riunioni, attendereprego, e altre occasioni.
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