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giovani tromboni
è un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino,
rimanendone conquistato. Io un po' mi ci riconosco (mi dà il destro
per sentenziare), ciascuno poi ci si specchi
quanto crede.
Grazie a Google, ho poi scoperto che la definizione appariva già in una lettera
di Mario Luzi a Giorgio Caproni. Correva l'anno 1959.
P.S. leggo ora, con colpevole ritardo, che nel 1994 Tommaso Labranca invitava a trasformarsi in Giovani Salmoni (Andy Warhol Era Un Coatto - Castelvecchi),
andando contro la corrente del consenso collettivo. Non c'è un collegamento diretto coi giovani tromboni, ma una bella assonanza certo sì.
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mercoledì 31 gennaio 2007
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Come Céline Non avrei mai voluto parlare dello scambio epistolare pubblico dei coniugi Berlusconi, anche perché più che "ma saranno pure cazzi loro" non mi sarebbe uscito. Siamo arrivati al reality delle missive, e passi.
Ma leggendo la replica del Silvio, non posso esimermi: abbiamo di fronte un uomo che utilizza senza remore il termine "bagattella", nel bene e nel male.
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sabato 27 gennaio 2007
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Testimone Ci sono persone che alla figlia danno nome Matilda e poi per la strada la chiamano: "MAT!".
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giovedì 25 gennaio 2007
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De finizione Ci sono due cose che non sopporto un granché: le catene di qualsiasi genere e le liste. Ma se è per questo non ho mai sopportato nemmeno la Hunziker e i capelli a caschetto neri, eppure prese insieme le due cose si combinano benone.
Ora il signor Squonk, a sua volta sollecitato dal signor Brodo che parla di "memi" (che non si dice, ci hanno insegnato a scuola) e così via risalendo, mi chiama a definire cos'è un blog in 2000 battute (spero intese come caratteri, ché altrimenti ci vorrebbe un fine umorista ben più prolifico di me), e io una definizione in testa ce l'ho sempre avuta.
I blog sono quella cosa che comunque li definisci ce n'è sempre uno che non corrisponde alla definizione, e purtuttavia è senza dubbio un blog.
E' in quella famiglia di cose che hanno a che fare col linguaggio, facilissime da discernere per un umano, ma pressoché impossibili per un'intelligenza artificiale.
P.S. mi avanzano pure 1857 caratteri, adesso dove li metto che non ci ho posto?
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mercoledì 24 gennaio 2007
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Ci vuole orecchio Sempre in tema di targhe stradali, l'altro giorno sono transitato davanti a via Trebio Littore. Conosco già qualcuno che si chiama Trebio, mi sono detto, ma chi?
Ecco chi:
(quello a sinistra è D-3BO)
N.B. per gli estimatori, il robottino gnappo si chiamava R2-D2 (Artoo-Detoo), rinominato in Italia C1-P8 (Ciuno Piotto). L'altro più sottilmente passò dall'originale C-3PO a D-3BO (Di Trebio, appunto). La stessa inspiegabile storia di Darth Vader che diventò Lord Fener.
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martedì 23 gennaio 2007
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Invenzioni per il nuovo millennio Un miscelatore randomizzatore da doccia: alterna acqua bollente e ghiacciata in maniera casuale, totalmente indipendente dai disperati maneggiamenti dell'umido infelice sulle finte manopole.
Probabilmente già in commercio, a insaputa degli acquirenti.
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sabato 20 gennaio 2007
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Una faccia, una razza Che Snoopy non fosse un bracchetto ma, in originale, un beagle, lo sanno ormai tutti. Anche il grande cocomero è una zucca, se è per questo.
Traduzioni pensate quando eravamo meno familiari con le cose americane, non avevamo beagle dappertutto e non festeggiavamo Halloween.
Ma che per Carl Barks la Banda Bassotti fossero i Beagle Boys, questa mi mancava. Cioè quando Snoopy e i Bassotti si incontrano sono parenti, come il palombaro e il subbaccquo di Vulvia.
P.S. vedi a non controllare il dizionario: beagle si traduce proprio bracchetto, che non è solo un diminutivo di bracco, ma anche quello specifico cane lì. Il bassotto no, è dachshund, alla tedesca, o familiarmente sausage dog.
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martedì 16 gennaio 2007
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Grazie Babbo A Siena, in trasferta, targa stradale:
via Folcacchiero Folcacchieri
P.S. certo a chiamarsi Folcacchiero Rossi c'è da incazzarsi peggio.
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lunedì 15 gennaio 2007
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Tutto il coso minuto per minuto Sto per andare a letto, sono raffreddato, oberato di lavoro, e così non mi ricordo più bene quel che volevo scrivere. Ah ecco: Eiò mi ha passato una di quelle catene "racconta cinque cose che non hai mai raccontato", e viene da rispondere, come ha già fatto più di qualcuno: "se non le ho mai raccontate ci sarà il suo bel motivo, no?".
Per non essere scortese, però, mi ero deciso a scrivere qualcosa: ma non mi è venuto niente, in pratica nell'arco di quattro anni e spicci di blog ombelicale ho già raccontato l'integrale di tutti i ca gli affari miei. Ormai posso solo ripetermi, o raccontare in tempo reale quel che mi succede.
Questo mi porta all'altro discorso, quello del nuovo servizio che va per la maggiore presso una ristretta cerchia di maniaci, Twitter, un coso dove racconti quello che stai facendo minuto per minuto, come se io mi mettessi a scrivere cose che non interessano a nessuno, tipo "sto per andare a letto, sono raffreddato, oberato di lavoro". A me basterebbe avere sul Messenger un'iconcina col simbolo di un omino che fa pipì, per giustificare certe conversazioni troncate bruscamente, mica mi serve un dettaglio maggiore. E poi la necessità di essere telegrafici crea fraintendimenti, ad esempio quando ho letto di Paolo Valdemarin che stava:Restringing my guitar e me lo sono immaginato intento a ridurre le dimensioni della sua Ibanez facendo oscuri riti Jivaro. Va da sé che "restringing" va letto con la g dura, e che innocentemente stava solo cambiando le corde.
Anch'io ho comprato una muta di corde nuove per la mia chitarra, a cui da circa tre anni era saltato il re. Cosa vergognosa per un chitarrista, l'ho lasciata sdentata per un anno, poi per la disperazione ci ho messo l'unica corda doppia che avevo, un si cantino (chi ne capisce può intuire il molle risultato sblooooinng), alla fine da non so dove è saltato fuori un re vecchio, che mi ero scordato di buttare al precedente cambio di corde: l'ho montato, anche se dopo il quinto tasto fa le note che paiono a lui.
Ora la muta di corde è lì che aspetta da settimane, e non trovo il tempo di metterle su. E' che sto per andare a letto, sono raffreddato, oberato di lavoro, eccetera. Quasi quasi vado ad aprirmi un account su Twitter, così lo scrivo lì.
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sabato 06 gennaio 2007
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Happyfania La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
ma vien pure, certe sere
con le scarpe tutte intere.
Alle cinque e diciassette
ha le scarpe strette strette
alle cinque e trentadue
ha un borsello in finto bue.
Ma se vuol sentirsi audace
veste capi di Versace
poi si allaccia quando è tardi
foularini di Trussardi.
Per sbrigarsi si fa strada
con la sua scopa di Prada
grida "pista!", scalcia, urla
tanto ha il suo borsone Furla.
Quando l'oggi è già domani
ha un tailleur di marca Armani
e saluta il buon mattino
in un rosso Valentino.
Note
1) quando mi è venuto "happyfania" ero contentissimo, che manco Tiziano Ferro; poi ho scoperto che è un gioco di parole abusato nelle situazioni più distanti da me che riesca a concepire;
2) il finto bue e una citaz... no, non dico niente.
P.S. Junior per strada, al passaggio di una suora, con voce spiegata:
"Mamma, mamma, quella è la befana?!?"
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martedì 02 gennaio 2007
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And A Happy New Year Oggi, pranzando nel solito locale dal nome sottilmente orientale "da Peppino", ho scoperto che hanno aumentato la bottiglietta d'acqua di dieci centesimi, e i secondi piatti di altri dieci centesimi.
Prendendo l'autostrada al ritorno, altro aumento di dieci centesimi (sono così settanta centesimi per due chilometri esatti di tragitto).
Sembra niente, ma facendo due rozzi calcoli emerge che per il prossimo capodanno mi troverò così alleggerito di un'ulteriore ottantina di euro. A parità di glu-glu, gnam-gnam e brum-brum.
N.B. quella del nome sottilmente orientale è una citazione da Jannacci-Viola.
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Obragrafica:
one two three four five
Il piccolo popolo che si manifesta sui bordi dei fogli durante telefonate, riunioni, attendereprego, e altre occasioni.
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Tutti i commenti del mese:
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Interreferenze:
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