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giovani tromboni
è un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino,
rimanendone conquistato. Io un po' mi ci riconosco (mi dà il destro
per sentenziare), ciascuno poi ci si specchi
quanto crede.
Grazie a Google, ho poi scoperto che la definizione appariva già in una lettera
di Mario Luzi a Giorgio Caproni. Correva l'anno 1959.
P.S. leggo ora, con colpevole ritardo, che nel 1994 Tommaso Labranca invitava a trasformarsi in Giovani Salmoni (Andy Warhol Era Un Coatto - Castelvecchi),
andando contro la corrente del consenso collettivo. Non c'è un collegamento diretto coi giovani tromboni, ma una bella assonanza certo sì.
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sabato 23 giugno 2007
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Sotto lo stesso sole che ha baciato quella bandana, mi bagna lo stesso mare che ha lambito quel sandalo tacco sette. Ebbene sì, sono stato scoperto: da una settimana sono a Porto Rotondo. Con la mancanza di senso delle proporzioni che mi contraddistingue, mi sento come D'Alema beccato sull'Ikarus.
C'è da dire che non sono giunto a bordo di un panfilo, mi hanno semplicemente prestato una graziosa piccola casa; devo ancora capire che ci fa un vulcano artificiale in giardino, ma son dettagli.
Una sera ho deciso di scendere in paese, e ho detto a Junior il classico "vieni, che ti porto a vedere i ricchi che mangiano il gelato". Poi però ricchi non ce n'erano, tutta gente normale che si guardava smarrita in giro, e qualche finto ricco che però si vedeva che eran solo dei milanesi col colletto della polo tirato su. Alla fine ci siamo presi tutti il gelato, guardandoci tra noi.
Un'altra sera abbiamo fatto una puntata fino a Porto Cervo, in un bel ristorante sul mare ho chiesto un briatore ai ferri e quelli niente, al massimo il branzino, così ho preso una pizza salsiccia e cipolla.
A Porto Rotondo tutto costa caro, ma ci sono molte spiagge libere con vicini dei bei parcheggi gratuiti, e un pulmino che se le gira tutte, gratuito anch'esso, guidato da signore un po' brusche.
Una spiaggia è parzialmente occupata da una specie di stabilimento-ristorante-centro benessere sponsorizzato dalla Peugeot: hanno recintato e messo un pratino all'inglese verdissimo che arriva fino a un metro e mezzo dal mare, e oltre ai lettini ci hanno messo gli idromassaggi, gli attrezzi ginnici, dei baldacchini da nababbo. In mezzo a tutte queste cose e ai tavoli del ristorante e fin sulla spiaggia ci sono parcheggiate queste Peugeot, ciascuna con un ragazzo che passa tutto il giorno con uno straccetto in mano a lucidarla. Insomma, tu sei lì che stai mangiando la tua lasagna, e da dietro la spalla hai una Peugeot che ti guarda nel piatto. Per inciso gli ultimi modelli Peugeot sono veramente molto brutti da vedere.
I bambini aventi diritto al prato verdissimo tendono a sconfinare sulla sabbia: hanno chiesto in prestito paletta e secchiello a Junior (che di lotta di classe ancora ne mastica poco, e ha concesso senza remore né contropartite) e si sono messi a scavare una grande buca. Un po' temevo che alla fine l'avrebbero indicata attribuendone la paternità al governo precedente, rifiutandosi di riempirla. Invece si stavano solo divertendo, cosa che probabilmente tra le Peugeot riesce difficile (perlomeno ai bambini).
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one two three four five
Il piccolo popolo che si manifesta sui bordi dei fogli durante telefonate, riunioni, attendereprego, e altre occasioni.
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